Castelli Romani. No Inc a processo

Mon, 24/10/2016 - 17:51
di
Occupazioni Precari Studenti

Lunedì 17 ottobre è iniziato il processo per interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata (a detta di chi ci denunciò) per un presidio risalente al febbraio del 2012. Eravamo nel pieno della mobilitazione contro l’inceneritore di Albano. Opera inutile e costosa, prima scongiurata e poi tornata di attualità grazie all’articolo 35 del decreto sblocca Italia che incentiva la costruzione di nuovi impianti e li considera impianti strategici nazionali.

La manifestazione, preceduta e seguita da molte altre, chiedeva la chiusura e la bonifica della discarica di Roncigliano. La stessa discarica che nel giugno di quest’anno ha preso fuoco ben due volte. Una discarica presente sul territorio e che da circa trent’anni fa danni alla salute e alle terre circostanti.

Per quel presidio venimmo colpiti da un decreto penale di condanna. In buona sostanza un giudice, sentiti i funzionari, decise che andavamo condannati, fatta salva una diminuzione della pena. Quanta magnanimità. Una condanna senza processo insomma.
Noi chiaramente a quel decreto ci opponemmo tramite i nostri legali.

Cortei, conferenze, blocchi della discarica, studi tecnici e contro inchieste sono state determinanti e lo fu anche la partecipazione dei moltissimi cittadini di Albano e degli altri comuni del bacino, che decisero di opporsi all’ennesimo scempio sul nostro territorio, all’ennesima speculazione. Lo affronteremo così questo processo, con la convinzione che quanto avvenne è per noi un esempio di buona politica e se oggi sul nostro territorio non siamo costretti a fare i conti con un impianto di incenerimento, lo dobbiamo solo a questo. Solo alla partecipazione massiccia di chi ci ha creduto ed è arrivato fino in fondo e questa volta ha vinto.

Oggi, a qualche anno di distanza, ci troviamo ad affrontare un processo. Nonostante le manifestazioni di solidarietà non siano mancate, quel che si rischia oggi è che la narrazione di quel che avvenne sia scritta nelle aule di tribunale.
La mobilitazione contro l’inceneritore non fa eccezione. Non che chi ha vissuto, costruito, simpatizzato non ricordi quanto accaduto dal 2007 in poi. Quello che sfuma è la narrazione collettiva, il “noi” collettivo.
È forse di questo che avremo bisogno. Non solo per affrontare questo processo, ma per le battaglie che ancora abbiamo davanti a noi.

Con il decreto sblocca Italia rischia di tornare di attualità il progetto inceneritore che avevamo scongiurato. A Genzano, il progetto di impianto delle biomasse è in corso d’opera, la discarica di Roncigliano è ancora in funzione e di bonifica nemmeno l’ombra. In alcuni comuni del bacino è finalmente e lentamente partita la raccolta differenziata, ma la sua gestione e pianificazione per i comuni castellani sembra ancora una impresa titanica. E pensare che in capitali ben più grandi del comune di Albano e dell’intero bacino castellano che usufruisce della discarica di Roncigliano, la percentuale di differenziazione è al 100%. I famosi tempi tecnici?

Ad ogni modo, nonostante la ripetitività e l’ostinazione di chi in questi anni ha tentato invano di spaventarci, al di la dello smarrimento iniziale per non aver ricordato subito a quale fatto si riferisse questo processo dopo così tanti anni dal fatto, anche perché moltissimi furono i presidi e le manifestazioni, ribadiamo che la tutela, la salvaguardia dell’ambiente e della nostra salute è per noi una priorità. Così come è prioritario che i soldi pubblici vengano destinati per migliorare e soddisfare i bisogni di chi vive il territorio e non per ingrossare il portafoglio di nessuno!