A Verona nazionalizzate le banche senza indennizzo

Wed, 21/05/2014 - 10:23
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Forum per una nuova finanza pubblica - Verona

Una bella notizia ha colto al risveglio divesri cittadini e cittadine: alcune delle più note banche - Unicredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi, Deutsche Bank - sono state nottetempo nazionalizzate senza indennizzo e poste sotto controllo sociale. E' un atto simbolico, di riapprpriazione, che si colloca nell'ambito delle mobilitazioni europee dal 15 al 25 maggio, promosse dai movimenti sociali in tutto il continente, sotto il nome di #Blocupy. E' un'azione con la quale ci vogliamo oporre ad un sistema economico finanziario marcio, nel quale le banche italiane che continuano a licenziare migliaia di lavoratrici e lavoratori, intascano ogni anno quasi 100 miliardi di interessi sui titoli pubblici (oltre ai 70 intascati dagli enti locali indebitati) - sottraendoli a lavoro, sanità, pensioni, istruzione - utilizzando il denaro pubblico per finanziare il risiko del casinò finanziario, a caccia di dividendi facili. Mentre lo Stato provvede in caso di bisogno.
Di seguito il testo del volantino affisso in diverse filiali cittadine.

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NAZIONALIZZATA SENZA INDENNIZZO

BANCA POSTA SOTTO CONTROLLO SOCIALE .

Basta al banditismo bancario! Alcuni esempi...

Unicredit: accusata di bancarotta per aver provocato il fallimento della ditta barese Divania che dava lavoro a più di 430 persone. Coinvolti 16 dirigenti di Unicredit tra cui l'Ad Federico Ghizzoni e il suo predecessore Alessandro Profumo, ora presidente di Monte dei Paschi di Siena. Secondo il Pm, era proprio Profumo a “elaborare, dirigere e coordinare le strategie di commercializzazione dei derivati alle aziende”. Divania era una azienda sana che, secondo gli inquirenti, fu mandata in rovina da Unicredit attraverso ben 203 contratti derivati trappola, falsamente presentati come a costo zero, in realtà hanno esposto l'azienda a rischi illimitati provocando la perdita di oltre 15 milioni di euro, la successiva chiusura e infine il fallimento della stessa. Così come il caso della Euro Box di Salerno. Anche qui Unicredit è stata condannata al pagamento di quasi 2 milioni di euro, per aver provocato attraverso firme false e autorizzazioni estorte, il fallimento della ditta di imballaggi che dava lavoro a circa 40 lavoratori, ditta che fatturava 5,8 milioni di euro e produceva un piccolo utile. I 2 milioni della condanna non potranno far riaprire l'azienda.

Banca Intesa: è uno dei grandi sponsor di EXPO2015 - fucina di corruzione, cementificazione, spreco di denaro pubblico e sfruttamento lavorativo. Il presidente del consiglio di sorveglianza dell'istituto Giovanni Bazoli è iscritto nel registro degli indagati per usura dalla procura di Cagliari, per i tassi di interesse troppo alti applicati dalla banca ad una ditta di Guspini nel Medio Campidano. Secondo il Pm, i tassi applicati sarebbero stati superiori al tasso di usura consentito dalla legge. La nuova accusa, arriva dopo due giorni di distanza dalla notizia dell'indagine della Procura di Bergamo che lo accusa di ostacolo alla vigilanza per aver “pilotato” le nomine ai vertici della popolare.

Monte dei Paschi: non è uno scandalo: è la radiografia del capitalismo. Bankitalia e il ministero dell’economia hanno insieme coperto la truffa. Intanto la stessa banca, già beneficiata dai Tremonti Bond, viene salvata dal governo dei banchieri, con la pubblica regalia di 4 miliardi, pagati dai lavoratori e dai loro sacrifici. Il circo dell’ipocrisia coinvolge l’intero arco politico.
Il PD, vero azionista politico della banca e finanziato direttamente da Mussari, finge di non conoscere il Monte dei Paschi. Ma approva il suo salvataggio con denaro pubblico.
PDL e LEGA si scagliano contro il PD, per far dimenticare i propri traffici con Fiorani e Fazio, la truffa CredieuroNord, il crac del Credito Cooperativo di Verdini, e l'uso Bancomat della BPM di Ponzellini per tutte le necessità degli amici.

Deutsche Bank: in un documento del 20 ottobre 2011 da titolo “Guadagni, concorrenza, crescita”, firmato da Dieter Bräuninger - economista della banca tedesca dal 1987 e attualmente Senior Economist al dipartimento Deutsche Bank Researc -, avanza a BCE, Commissione Europea e FMI la richiesta di privatizzazione massiccia e profonda del sistema di welfare sociale e di servizi pubblici per un valore di centinaia di miliardi di euro per i seguenti paesi: Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Sull'Italia scrive che esistono ancora “potenziali entrate derivanti dalla vendita di partecipazioni in grandi aziende”. Almeno 70-80 miliardi. Ma “particolare attenzione meritano gli edifici pubblici, terreni e fabbricati. Il loro valore è stimato dalla Cassa Depositi e Prestiti per un totale di 421 miliardi”. E, si aggiunge, “la loro vendita potrebbe essere effettuata relativamente con poco sforzo”.

Ma è l’intero sistema bancario ad essere marcio. Tutte le banche italiane hanno investito nei derivati finanziari spazzatura: Unicredit per 118 miliardi, Intesa San Paolo per 59 miliardi. Il totale della sola finanza spazzatura ammonta in Italia a 218 miliardi. Ciò significa una cosa sola: che le stesse banche italiane che intascano ogni anno quasi 100 miliardi di interessi sui titoli pubblici (oltre ai 70 intascati dagli enti locali indebitati) - sottraendole a lavoro, sanità , pensioni, istruzione - utilizzano il denaro pubblico per finanziare il risiko del casinò finanziario, a caccia di dividendi facili. Intanto lo Stato provvede con denaro pubblico in caso di bisogno. E le banche continuano a licenziare migliaia di dipendenti!
Questa rapina deve finire. Con l'abolizione del debito pubblico verso le banche; la loro nazionalizzazione senza indennizzo per i grandi azionisti; la loro concentrazione in un unica banca pubblica sotto controllo sociale. E' una misura di igiene.

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