In Grecia come altrove: "Il debito è un mezzo di ricatto per imporre le politiche neoliberali"

Thu, 19/02/2015 - 16:16
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Intervista ad Eric Toussaint di Rosa Moussaoui*

Rosa Moussaoui – La proposta di annullare una parte del debito greco, condotta da Syriza durante la campagna elettorale, è sempre all’ordine del giorno?

Éric Toussaint. Il governo diretto da Alexis Tsipras vuole come priorità ottenere dalle autorità europee la possibilità di applicare il suo programma di anti-austerità. Da qui la scelta di non cercare lo scontro diretto sulla questione del debito. La proposta di una conferenza internazionale per ridurre radicalmente il debito ha lasciato il posto a quella di Yanis Varoufakis, che pensa sia possibile trasformare i titoli greci in titoli perpetui, di cui non si rimborsa il capitale, con un tasso d’interesse indicizzato sulla crescita. Ciò detto, questa proposta, se fosse applicata, porterebbe di fatto ad una riduzione radicale del debito. E’ una scelta tattica. E’ chiaro che il governo Syriza avanza questa proposta di compromesso pensando che la Grecia non otterrà una vera concessione sullo stock del debito e è meglio, d’altra parte, non portare il dibattito su questo terreno, poiché l’urgenza è quella di fermare le politiche di austerità.

Dove si trova l’origine di questo debito non vitale? Si possono incriminare i piani di salvataggio delle banche in seguito alla crisi finanziaria del 2008?

Éric Toussaint. Assolutamente. In totale, l’80% del debito Greco è detenuto dalla Troika. Il 20% restante riguarda le obbligazioni emesse dallo Stato greco a tre e sei mesi, acquistati per le banche greche che dipendono dalle liquidità messe a disposizione dalla BCE con il meccanismo ELA. E’ chiaro che questo debito risale al 2010 e al 2012. Esso è legato al salvataggio delle banche private, francesi, tedesche, italiane, luxemburghesi, belche, principali creditrici della grecia. Le banche francesi detenevano da sole il 25% del debito greco. Le banche tedesche, quasi il 20%, le banche italiane, il 10%, le banche belghe, l’8%. Alcune banche private (nel caso della francia, BNP-Paribas, Societè general e il Credit agricole) si dividevano l’essenziale del debito greco. Il piano di salvataggio del 2010 ha avuto il compito di sbloccare i prestiti bilaterali, per un montante di 52,9 miliardi di euro, la parte francese arrivava a 11,39 miliardi, prima che il meccanismo europeo di stabilità (MES) prendesse il posto come prestito del FMI. Questo denaro è servito per rimborsare le banche francesi, tedesche, ecc.. creditrici della Grecia. Le quali si sono cosi liberate e rimpiazzate dalla Troika. Nel 2012, la ristrutturazione del debito non le ha dunque intaccate. Al contrario, le banche Cipriote avevano acquistato sul mercato secondario dei titoli greci a saldo, pensando di fare un affare, si sono ritrovati al limite della bancarotta. Nel 2010, il "piano di aiuti" ha soprattutto permesso, su istanza di Sarkozy e Angela Merkel, di assicurare il salvataggio delle banche dei paesi centrali e soprattutto delle banche francesi e tedesche. Questi prestiti erano sicuramente condizionati da un piano di aggiustamento strutturale che comportava dei ritorni molto pesanti sui livelli salariali e sulle pensioni, sul diritto dei contratti collettivi, sulle privatizzazioni.

Questo piano di aggiustamento strutturale, pensato per risanare le finanze pubbliche, ha finalmente condotto all’esplosione del debito greco, passato dal 113% del PIL nel 2009 a 185% oggi secondo le ultime cifre rese pubbliche dal governo greco. Come lo spiegate?

Éric Toussaint. Nel 2012, per un abile gioco di prestigio, si è presentato all’opinione pubblica greca ed europea un piano di ristrutturazione che doveva, si diceva allora, alleggerire il debito del 50%. Ma questo alleggerimento era legato a nuovi prestiti condizionati ai programmi della troika, prestiti che sono andati ad appesantire il fardello del debito. Era un falso annullamento del debito, una frode che è costata cara ad alcune strutture pubbliche, alle banche greche e ai fondi pensione della funzione pubblica che avevano comprato dei titoli. Questi sono stati colpiti dalla sferzata dello sgravio imposto da questa ristrutturazione. Ai miei occhi, questo debito è dunque illegittimo, poiché contratto in gran parte per soddisfare gli interessi privati delle banche straniere o di alcuni settori della Grecia. Il piano di aggiustamento strutturale imposto alla Grecia è odioso, poiché ha portato alla violazione dei diritti fondamentali dei cittadini greci. Possiamo cosi dimostrare che è illegale, nella misura in cui il programma del 2010 non ha rispettato la costituzione greca. Il parlamento non ha potuto deliberare, è stato depotenziato per la procedura del voto bloccato. Le regole europee anch’esse sono state beffeggiate, poiché l’art. 125 del trattato di Lisbona impedisce agli Stati membri di rispondere degli impegni di un altro Stato membro. Se si è violato il trattato, allora i prestiti in questione sono illegali! Quanto al FMI, esso stesso ha calpestato i propri statuti, che prevedono che queste istituzioni finanziarie non possano accordare prestiti a un paese solo se questo prestito rende sostenibile il rimborso del debito. Ma non è questo il caso. Esistono argomenti molto forti per contestare il debito greco. Il discorso colpevolizzante nei confronti della Grecia è menzognero. In gioco, in realtà, non è il rimborso del debito. Il debito è un mezzo di ricatto, per costringere le autorità greche a perseguire le politiche di aggiustamento strutturale, le privatizzazioni, la precarizzazione del contratto di lavoro. In una parola perché applichino le brutali riforme neoliberali.

*Da europe solidaire, traduzione di Giovanni Peta. Eric Toussant è presidente del Comitato per l’Annulamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM) ed è autore tra l'ltro di Debitocrazia (Alegre).