Expo2015: solcare il pianeta…

Thu, 13/02/2014 - 12:11
di
Piero Maestri

Alcuni giorni fa nel quartiere milanese di Trenno un’affollata assemblea di cittadine/i ha manifestato la sua opposizione al progetto della “Via d’acqua”, una delle tante idiozie costose (parliamo di una novantina di milioni di euro) inventate all’interno del masterplan di Expo2015 più volte rivisto.

Negli scorsi giorni sono comparse le reti arancioni che delimitano il cantiere nel parco di Trenno, rendendo visibile quello che il comitato NoExpo da tempo andava denunciando: il progetto della “Via d’acqua” è ben lontano dall’immaginario del nuovo Naviglio che avevano provato a vendere; sottrarrà verde pubblico da tre parchi; costituirà l’ennesimo monumento alla pochezza progettuale e all’inutilità paesaggistica e ambientale come il resto dell’Expo (materiali e informazioni potete trovarli qui).

Ma forse chi contesta questa opera non riesce a pensare in grande e non si accorge che la via d’acqua dell’Expo non si ferma al semplice canale e al laghetto della zona espositiva. Bisogna guardare al di là, over the ocean, e vedere come anche l’Expo abbia un bacino di navigazione ben più ampio. Stiamo parlando degli oceani che portano al medioriente e al continente africano, quelli che in questi giorni sono solcati dalla portaerei Cavour nel suo tour promozionale del “sistema paese”, di cui Expo2015 rappresenta naturalmente una vetrina insostituibile.

E così, accanto alla mostra bellica che accompagna il ministro della guerra-per-fare-la-pace Mauro, accanto a Finmeccanica e Fincantieri con le loro eccellenze belliche, accanto anche alla Federlegno (volete che non si riescano a piazzare un po’ di mobili della Brianza nel Golfo o in Africa?), accanto a qualche compiacente Ong e all’immancabile Croce Rossa – anche Expo2015 è parte del progetto e della bella avventura della nostra gloriosa Marina militare.

E perché no? In fondo il sistema italia tra le sue eccellenze ha anche qualche buon prodotto bellico, che sembra funzionare bene, visto che le sue belle vittime civili le ha provocate in diversi “teatri” (trattasi di realtà, però, non di rappresentazione scenica).

E la cooperazione è anche militare, no? Lo dice anche il viceministro Lapo Pistelli (del PD): "La portaerei fa un altro mestiere […]. Cerca di utilizzare questi mesi di rinnovata attenzione all'Italia, grazie anche a Expo 2015, per fare un'operazione di promozione in tutte le direzioni. Personalmente mi ha fatto piacere che il sottosegretario Martina (del PD, ndr), che ha la delega su Expo, abbia chiesto a noi di essere gli architetti della presenza africana della Cavour nelle tappe di Maputo e di Lagos. Occasione per raccontare cos'è Expo a due realtà africane".

Insomma, con buona pace delle anime belle della maggioranza arancione di palazzo Marino, che con il loro sindaco Giuliano Pisapia in testa dicevano che l’Expo non l’avrebbero voluto ma che ormai c’era e dovevano tenerselo e farlo diventare un’occasione positiva (chissà che positiva emozione per il sindaco di Milano qualche giorno fa fare pubblicità all’italianissima Fiat che ha donato le sue prime 500L a Expo), la loro bella opera oggi è parte integrante del business militare, della propaganda armata della Marina militare e del suo ciellino ministro piazzista e della vergognosa idea di cooperazione che queste veicolano.

Come dicevano da tempo, “un’altra Expo” non è possibile. Questa è l’unica Expo che potremo avere, insieme al suo cemento, ai suoi debiti, alla sua precarietà.