Deutsche Bank «chiusa» a Verona «Protesta per la crisi greca»

Thu, 30/07/2015 - 12:23
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Corriere della sera - Veneto*

Mercoledì mattina i clienti ed i lavoratori delle filiali Deutsche Bank di Verona hanno trovato le sedi simbolicamente chiuse e requisite: è un’azione di Rivolta il Debito/Communia Verona a sostegno al popolo greco massacrato dalle politiche di austerità e dalla Troika.

Da una parte la Grecia un paese in ginocchio con le fasce popolari della popolazione allo stremo ormai da anni, un ceto medio stritolato dalle politiche di austerità, un welfare che non esiste più, la sanità in ginocchio, la perdita complessiva del pil del 25%. Dall’altra parte la Germania un paese considerato un modello per tutti, che riesce ad imporre sempre i propri interessi e le proprie strategie. Una forza economica costruita grazie all’export e una forza politica capace di schiacciare un governo, quello greco, imponendogli condizioni umilianti in un contesto, l’Eurogruppo, che non figura in nessun trattato. Il debito greco - che la Commissione parlamentare sul debito pubblico in Grecia ha definito illegale e illegittimo perché contratto a danno e contro i diritti basilari della popolazione - è oggi in mano per l’ 82,5% a creditori internazionali e soggetti istituzionali: Fondo Salva Stati, FMI, BCE.

«Il ricatto del necessario pagamento del debito pubblico è stato lo strumento usato in questi anni in Grecia (ma anche in Italia, Spagna e Portogallo) per scardinare conquiste dei lavoratori», dicono i manifestanti in una nota. «Smantellare il settore pubblico, imporre privatizzazioni, cessioni sempre più forti di sovranità e tagli in tutti i settori. Criminale se si considera anche che il 46,3% degli oltre 243 miliardi che la Grecia ha ricevuto negli ultimi cinque anni sono stati utilizzati per ripagare debito precedentemente contratto. La Germania- nonostante i furbi distinguo del nostro governo- è considerata un esempio da seguire perché- come ci ripetono i media- anche noi “abbiamo vissuto al di sopra le nostre possibilità”: ma l’apparato finanziario tedesco e le sue banche sono così sani e potenti come i media e la politica ci raccontano?».

Poi arrivano le accuse all’istituto di credito. «Le casse di risparmio tedesche che hanno un ruolo fondamentale nel sostegno all’economia locale, hanno pagato duramente la crisi dei subprime e sono finite in una situazione fallimentare per essere risollevate soltanto dall’intervento governativo. Deutsche Bank in questi anni di crisi non ha solo gestito risparmi ed erogato crediti, ma per mantenere alti i profitti è andata a cercare investimenti particolarmente rischiosi sul mercato dei derivati. Con cifre pazzesche: siti specializzati e ormai anche quotidiani di informazione parlano di 54 000 miliardi di euro, cioè 20 volte il Pil della Germania. In confronto l’esposizione verso la Grecia è poca cosa, 24 miliardi di euro, ma è comunque una crepa in più su una struttura malata tanto gravemente che varie fonti la paragonano alla Lehmann brothers».

Di qui, la protesta a Verona. Ancora i manifestanti. «Infatti i guai per questo gigante della finanza sono tanti e meritano davvero la chiusura simbolica che ha ricevuto a Verona: problemi giudiziari con autorità statunitensi ed europee per manipolazione dei tassi di cambio sulle materie prime, finanziamento ad imprese tra le più distruttive per l’ambiente e l’ecosistema nei paesi emergenti e soprattutto la pesantissima esposizione nei derivati. In Europa le banche tedesche sono le più toccate dalla crisi ed il sistema bancario è riuscito a recuperare solo grazie agli aiuti del governo che da una parte ha finanziato i salvataggi dall’altra ha manovrato a Bruxelles - sfruttando la sua egemonia politica - le ristrutturazioni dei paesi in difficoltà - Grecia in primis - proteggendo gli interessi nazionali. Considerando l’entità del debito greco, 318 miliardi, la colossale esposizione della Deutsche Bank in derivati e i pericoli che ne potrebbero scaturire, pare evidente che la pena imposta al popolo greco, con l’umiliante accordo imposto dall’Eurogruppo, scaturisce dal fatto che una parte consistente delle risorse destinate alla Grecia sono finite nelle casse delle banche tedesche e francesi. Ma è il sistema finanziario tedesco ad essere a rischio default. Eppure il pericolo per l’Europa della troika è Atene e non Francoforte e il debito che deve essere assolutamente ripagato è quello greco».

*Fonte articolo: http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/notizie/economia/2015/29-lug...