Nel secondo anniversario di Occupy wall street, un manifesto per riempire i polmoni

Wed, 05/02/2014 - 19:34
di
Abdusters.org

Guardate fuori dalla finestra oggi e ammirate come è tutto immutabile.

Le auto come sempre alimentano un traffico senza fine. I grattacieli finanziari incorniciano le strade, investendo i vostri dollari e incassando facilmente la vostra busta paga. La gente si riversa fuori dagli appartamenti per andare in ufficio, per visitare gli amici, per cercare un lavoro. L’ordine sociale, tutte le interazioni fondamentali della giornata, sono prevedibili, ordinari, molto probabilmente gli stessi di ieri. La rigidità assoluta del sistema politico non è in discussione.

Ora immaginate che tutto questo cambi improvvisamente. Che tutto quello che conoscete venga capovolto. Il bar è chiuso. L’ingresso della banca è chiuso. La gente si ferma anche per le cose più elementari.

Guardando fuori dalla finestra oggi, abbiamo la stessa sensazione che abbiamo avuto il 16 settembre 2011, il giorno prima in cui alcuni occupanti coraggiosi hanno montato le loro tende a Wall Street. Solo che questa volta, possiamo guardare oltre (…). Ora abbiamo la fiducia in questa generazione che non avevamo prima. Ci sono ancora curveballs (il «nome» del disastroso agente iracheno, preso in considerazione dalla Cia, secondo cui Saddam Hussein aveva dei laboratori mobili di armi chimiche, ndt) che possono scioccare l’ordine finanziario e psicologico. C’è una crescente convinzione che le cose che possono accadere, accadranno. Il mondo è ancora in gioco.

La rivoluzione è un Rizoma[1]

Quello che abbiamo vissuto nel 2011 risuona ancora in tutto il mondo. Più di recente, in Turchia e in Brasile, quella sensazione nella pancia, che il futuro non calcola, si è mostrata come sempre vivace. E a causa di quell’ansia che scava in profondità una massa crescente di persone, la nuova modalità di attivismo – quello che il giornalista spagnolo Bernardo Gutierrez chiama una «nuova architettura di protesta» -, si sta diffondendo come un delirio: ciò che comincia come semplici richieste – non tagliate gli alberi, non istituite quel giudice corrotto (…) – scoppia in un desiderio totalizzante per riavviare l’intera macchina.

Nell’orizzonte politico emergente si può trovare ovunque una crepa, uno scandalo, uno sciopero degli insegnanti oppure una protesta contro un gasdotto, lì troverete un vespaio sottostante. Quando si ha una generazione in relazione, anche tutte le sue esigenze uniche e individuali sono collegate. La protesta diventa una cornucopia, non un percorso rettilineo. E il desiderio non è di annientare il sistema ma di tagliarlo, per ri-codificarlo e ricollegarlo… non è vedere la rivoluzione come una piramide ma come un rizoma… non è pensare il sistema come un testo immutabile ma come un linguaggio in continua evoluzione di calcolo, un algoritmo.

Più che mai stiamo vedendo l’attualità del… «siamo tutti uno». Ora come abbiamo la tecnologia per organizzare – chi se ne frega se la Nasa è in ascolto, in realtà diamo il benvenuto ad ascoltare e ad essere ispirata – la prima generazione in assoluto globale saremo in grado di articolarla in modo più chiaro, più viscerale, più intenso e a una frequenza come mai prima.

Date un’occhiata fuori dalla finestra oggi. Non è stato sempre così. Non sarà così per sempre.

Una generazione sotto pressione

Questa generazione è sotto pressione. I principali esperti statunitensi come David Brooks e Andrew Sorkin ridono come bambini ingrati di fronte ai radicali milquetoast (nome di un vecchio fumetto statunitense, ndt), persone che semplicemente non sono disposte a lavorare come la generazione precedente. Ma queste persone proprio non capiscano. La luce del motore dell’umanità è accesa. Ma nessun meccanico del vecchio paradigma è in grado di risolvere il problema. Stiamo vivendo un errore di sistema globale come mai prima. Ma nessun programmatore del vecchio linguaggio può resettare il sistema. La Terra sta male. La cultura è in fase terminale. La malattia mentale è la prima causa di ore di lavoro perse negli Usa. Di quale altro indicatore abbiamo bisogno? Il rifiuto non è ingratitudine, è un desiderio bello e sincero per un domani sano e sostenibile. Ma dal momento che le valvole sono più strette … beh … si può vedere il risultato ovunque.

In luglio, quando centinaia di migliaia di manifestanti stavano marciando nelle città in tutta la Turchia e in Brasile, un Adbusters regista creativo, Pedro Inoue, ha saltato il lavoro per unirsi alla magia per le strade. Ci ha inviato questa testimonianza dal centro di San Paolo, un ritratto che è diventato la spina dorsale di una delle nostre pubblicazioni ancora più vivace e piena di speranza. Siamo stati a lungo accusati di essere troppo pessimisti… ma qui i nostri lettori vedono una luce brillante:

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«E’ qualcosa che si prova quando la persona che ami è tra le tue braccia e sorride, senti come se il tuo cuore sta per scoppiare, perché non ci può essere dentro altro spazio per il bene. (…) Siamo andati a piedi a casa del governatore, prendendo tempo lungo la strada per parlare, per guardare le persone che sventolano le bandiere dalla finestra delle case, per ascoltare i canti che vanno e vengono come le onde di questo mare di gente. Ho guardato negli occhi un ragazzo. Continuava a parlare, ma mi ricordo solo quelle parole. “Amico, che bellissimo mondo è questo in cui viviamo”, ha detto. Ero ipnotizzato dal brillare dei suoi occhi (…). Impulsi, esplosioni di luce. Quando la rivoluzione arriva finalmente … comincia a brillare dappertutto».

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Le condizioni che hanno provocato gli anarchici greci, la primavera araba, gli indignados spagnoli, #OccupyWallStreet, la rivolta degli studenti cileni, Pussy Riot, la rivolta in Quebec, il movimento degli indigeni del Canada #idlenomore e Yo Soy 132 in Messico, ma anche le insurrezioni di Istanbul, Lima, Bulgaria e San Paolo sono solo peggiorate. La disuguaglianza sta raggiungendo proporzioni oscene in America e in molte altri paesi. Vi è una sempre maggiore concentrazione della ricchezza, le banche sono sempre più grandi (…), 1.300 miliardi di dollari ogni giorno si spostano in modo vorticoso nel mondo attraverso le transazioni finanziarie speculative. Il palcoscenico è ora impostato per un crollo del mercato molto più catastrofico di quello del 2008. E dentro ognuno di noi, il desiderio del reale è in crescita, l’economia reale. La democrazia reale. Possibilità reali. Reale umanità. Reale leadership. Orizzonti reali. Interazioni reali. Cose reali. La vita reale.

Tre Metamemes per il futuro

Qui a Adbusters, vediamo tre grandi idee innovative tattiche, tre metamemes (nel linguaggio web sono le idee – memi – che si replicano infettando come parassiti le menti umane), che hanno il potere di virare questo nostro deragliamento globale dalla data del previsto disastro (…).

Mettiamo sottosopra le facoltà di economia

La prima cosa che possiamo fare è chiamare a un radicale ripensamento del nostro sistema economico globale. Lo sfrenato capitalismo neocon ha cavalcato il genere umano senza opposizione per quasi due generazioni. Non ha fornito nessuna risposta per la minaccia più pressante del futuro, vale a dire il cambiamento climatico. Gli studenti di economia e gli economisti eterodossi devono sollevarsi nelle università in tutto il mondo e chiedere un cambiamento nei fondamenti teorici della scienza economica. Dobbiamo abbandonare quasi tutto quello che pensavamo di sapere circa gli dei del progresso, della felicità e della crescita. Dobbiamo re-immaginare l’industria, l’alimentazione, la comunicazione, il trasporto, la casa e il denaro per essere pionieri di un nuovo tipo di economia, una bioeconomia, una psicoeconomia, un’economia ecologica che sia all’altezza del compito di gestire la nostra famiglia planetaria.

La seconda cosa che possiamo fare è inaugurare una nuova era di trasparenza radicale … per aggiungere il diritto di vivere in un mondo trasparente come un nuovo diritto umano nella costituzione delle nazioni e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo. Gli eventi in corso in Siria sono un perfetto esempio di come la segretezza dalle maggiori potenze del mondo porta alla confusione e alla possibilità di un fallimento catastrofico (…) La trasparenza radicale è l’unica strada verso una democrazia globale sostenibile del futuro.

La terza cosa che possiamo fare è prendere ispirazione e imparare le lezioni per un nuovo passo avanti strategico dell’attivismo globale, l’algoritmo della rivoluzione. Internet ha invertito una secolare dinamica di potenza. La strada ora ha un potere senza precedenti. Attraverso hacking, organizzati in modo rizomatico, memi virali, è possibile paralizzare le città, paesi interi e portarli a un punto morto… le proteste e le rivolte possono spaventare i mercati azionari con crolli del 10 per cento in un solo giorno, come è accaduto di recente in Turchia (…).

Nel XXI secolo, la democrazia potrebbe essere la seguente: dinamica, viscerale, con un ciclo di feedback permanente tra strutture di potere radicate e la strada. In questo nuovo modello, il potere delle imprese sarà sempre attenuato dalle richieste, chiaramente articolate, per nuove politiche economiche, ambientali (…)

Dato che questo secondo anniversario di Occupy non viene celebrato con le fiamme che infuriano, ma magari con solo poche scintille, possiamo trarre conforto in una cosa: il nostro attuale sistema globale – il capitalismo – è in declino terminale… e mentre il suo cadavere ha ancora qualche spasmo, i nostri posti di lavoro, il tuo, il mio, tutti noi siamo vigili e continueremo a lottare per la nostra vita … noi rifuggiamo nelle multinazionali, ci rifiutiamo di acquistare i prodotti fortemente pubblicizzati, cerchiamo meticolosamente la libera informazione, mangiamo, viaggiamo come possiamo… lottiamo per la nostra felicità… costruiamo fiducia tra di noi, giochiamo…. e, cosa più importante, spostiamo i nostri occhi sull’orizzonte, aspettiamo il nostro prossimo momento a venire.

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[1] Rizoma: il fusto carnoso orizzontale, simile a una radice, presente in alcune piante, è la metafora cardine della coppia filosofica formata dai francesi Gilles Deleuze (filosofo) e da Félix Guattari (antipsichiatra), indica un cambiamento orizzontale e reticolare (per approfondire http://www.doppiozero.com/dossier/anniottanta/rizoma)

*Adbusters nasce in Canada nel 1992 come periodico di critica della pubblicità («rivista per l’ambiente mentale», recita il sottotitolo), per poi diffondersi in molti paesi con il magazine omonimo e ovunque con il sito adbusters.org (da cui è stato tratto questo articolo, traduzione di Comune-info, la versione completa è qui). Oggi è una rete globale di artisti, scrittori e «dissidenti culturali» che ha saputo mostrare i nessi tra critica del capitalismo, anticonsumismo e comunicazione dal basso. Da Adbusters è partito l’appello con il quale è nata la mobilitazione di Occupy Wall Street nel settembre 2011.