La polizia predittiva

Tue, 05/08/2014 - 10:41
di
Felice Mometti

Minority Report sta diventando realtà? Il film di Spielberg (tratto da un racconto di Philip K. Dick) che raccontava di una società in cui la polizia reprimeva i cittadini che mostravano anche solo l'intenzione di compiere un reato potrebbe riguardare un futuro più vicino di quanto si pensi. Non negli stessi termini, ma in una simile "filosofia" securitaria.

Come si riduce il tasso di criminalità in grandi metropoli come New York e Los Angeles ? Semplice, si abbandonano le politiche di prevenzione che fanno leva sulla sicurezza sociale, su servizi pubblici universali, sui diritti di cittadinanza – che, si dice, hanno costi troppo elevati – e ci si affida alla predizione dei reati ad opera della polizia. Si chiama Predictive policing e consiste in una serie di metodi per prevedere i luoghi e gli orari in cui possono essere commessi i reati, per schedare le persone e i gruppi che in futuro possono commettere reati, per creare profili standard individuali e collettivi di probabili colpevoli, per predire le possibili vittime dei reati. Da alcuni mesi il Dipartimento di polizia di New York, come quello di Los Angeles e Atlanta, sta sperimentando un nuovo software, il Predpol, che fornisce una mappatura in tempo reale dei crimini, delle chiamate alle centrali di polizia, della dislocazione delle forze di polizia e, incrociando questi dati con una serie storica di eventi simili e i profili personali e collettivi dei possibili colpevoli, fa una previsione dei reati che possono accadere. Il territorio metropolitano è suddiviso in quadranti di circa 200 metri di lato e le "predizioni" sono inviate istantaneamente sui tablet e gli smartphones degli ufficiali di polizia che concentrano le forze in quelli che sono considerati i "punti critici".

In un recente studio sponsorizzato dall'Istituto Nazionale di Giustizia si sostiene che il Predictive Policing è indirizzato soprattutto verso quelle situazioni in cui " i criminali e le vittime seguono modelli di vita comuni che sono influenzati dalla loro collocazione territoriale e che i criminali prendono decisioni razionali tenendo conto di fattori quali la zona urbana, la sostenibilità dell'obiettivo e il rischio di essere scoperti". Un ragionamento che interpreta i comportamenti sociali, considerati più o meno illegali, secondo un determinismo positivista che si regge esclusivamente sulle correlazioni di un'infinità di informazioni archiviate nell'immensa (questa sì illegale) rete di banche dati a disposizione delle Agenzie governative americane. Di che tipo di informazioni si tratta? Certamente di precedenti penali, denunce, segnalazioni, ma anche l'uso di carte di credito, bancomat, tessere sanitarie, cellulari, tablet, sistemi Gps, badge, tessere magnetiche di negozi, centri commerciali, catene di supermercati alimentari, i siti web visitati, le mail, le chat, gli acquisti online, i "mi piace" cliccati su Facebook. Non ci vuole molto a capire che questo tipo di profiling di potenziali criminali riguarda più la popolazione afroamericana di East Brooklyn che gli inquilini degli attici attorno a Wall Street. Comunque non è Minority Report si affrettano a rassicurare gli esperti del Dipartimento di polizia di New York, perché le correlazioni di informazioni e le estrapolazioni di dati non sono certe ma probabilistiche. Di certo, però, ci sono le retate con numerosi arresti basati su dati "probabili" nei quartieri a basso reddito e non nell'Upper East Side di Manhattan.

Il nuovo capo della polizia di New York, William Bratton, nominato dal sindaco democratico Bill de Blasio, è una vecchia conoscenza della città. Era già stato capo della polizia negli anni '90 durante l'amministrazione di Rudolph Giuliani e si era distinto per la tolleranza zero e l'applicazione della broken windows theory, la teoria delle finestre rotte. Una teoria che si fonda su questo assioma: se un edificio ha poche finestre rotte e non vengono subito riparate, i vandali sono legittimati a romperne delle altre. E possono anche entrare nel palazzo, e se è occupato, possono insediarsi come squatters e accendere fuochi all'interno. Bratten e Giuliani, per analogia, ampliarono la teoria all'intera città. I risultati furono una feroce repressione delle piccole illegalità, non lo smantellamento delle grandi organizzazioni crininali, e migliaia di arresti preventivi calpestando i più elementari diritti democratici. Oggi Bratten è il principale sostenitore del Predictive policing, con software Predpol allegato, integrato da una broken windows theory aggiornata dall'uso dei Big Data.

Le speranze che aveva suscitato – otto mesi fa – l'elezione a sindaco di New York di Bill de Blasio si sono drasticamente affievolite davanti al numero di arresti di writers, di breakdancers sulla metropolitana, piccoli spacciatori e persone dai "comportamenti non conformi". Da questo punto di vista il controllo e la repressione di comportamenti sociali definiti illegali non si misurano più su un pur discutibile concetto di legalità. E’ il profiling del soggetto che si deriva dalle correlazioni di dati e informazioni che ne fa un potenziale criminale e quindi da disciplinare, segregare, reprimere preventivamente. Ma già ci sono i primi "incidenti" di percorso. Eric Garner, “spacciatore” asmatico di sigarette sfuse (!!!) è stato ucciso una ventina di giorni fa, durante l'arresto, dalla polizia di New York (vedi il video). Il suo profilo associato alla zona in cui si trovava, alla percentuale di reati di quella zona, ai suoi comportamenti, allo stile di vita è apparso in tempo reale sugli smartphones dei poliziotti che si trovavano nei paraggi. La probabilità della presenza di un "pericoloso criminale" è diventata la certezza della morte di un cittadino, nero, che per sopravvivere vende per strada sigarette di contrabbando. Le proteste non sono mancate, tuttavia non sufficienti per mettere in discussione il nuovo corso della polizia di New York. Qualcuno, però, davanti allo sbiadito sindaco di New York ha iniziato a parlare di giustizia di classe, proprio come ai tempi di Giuliani e di Bloomberg.