Filippine: primi risultati della campagna di solidarietà

Thu, 13/02/2014 - 11:32
di
Pierre Rousset

«Europe Solidaire Sans Frontieres» ha lanciato lo scorso 11 novembre una iniziativa di solidarietà con le vittime del super tifone Haiyan (Yolanda ) nelle Filippine.Vi presentiamo una prima relazione di Essf sui primi passi di questa campagna.

Il 13 novembre abbiamo dato alla nostra banca l'ordine di trasferire 4.000 € sul conto Rdraac, uno dei nostri partner nelle Filippine (vedi sotto). In effetti, abbiamo istituito un «fondo permanente di solidarietà Asia» che ci permette di inviare rapidamente un piccolo aiuto finanziario iniziale - un anticipo - fino a quando arriveranno le donazioni.
Questo ha permesso il trasferimento dell'aiuto finanziario, perché riteniamo che la risposta al nostro appello per la solidarietà sarà importante - almeno al nostro livello. Nei primi quattro giorni abbiamo raccolto oltre 2.700 € in forma di assegni e di pagamento tramite PayPal; non abbiamo ancora i dati rispetto ai bonifici bancari (la banca impiega un certo tempo per informarci) ne, naturalmente, sui bollettini postali.
L'appello è stato riprodotto su diversi siti e in diversi paesi in francese e inglese. E' stato tradotto in olandese e probabilmente in altre lingue; articoli che chiedevano la solidarietà sono stati anche tradotti in spagnolo. Come in altri casi analoghi, questa iniziativa ha una dimensione internazionale.
La prossima settimana comunicheremo nuovamente lo stato della raccolta finanziaria (potrete trovare tutte le informazioni sul sito di Essf - www.europe-solidaire.org).

I nostri partner filippini
Le donazioni che riceviamo sono inviate ai nostri partner filippini direttamente attivi sul terreno e con i quali abbiamo già lavorato in passato: la fondazione «Tri-People’s Organization Against Disasters» (Tripod) (Organizzazione dei Tre Popoli contro le calamità) e il «Ranaw e Disaster Response & Rehabilitation Assistance Center» (Rdrrac) (Centro Ranaw di assistenza di risposta e ricostruzione dopo i disastri) - è soprattutto con questi ultimi che siamo intervenuti a sostegno delle vittime di un precedente tifone assassino che aveva particolarmente colpito la provincia di Iligan.
Di fronte ai disastri umanitari, la nostra associazione cerca come partner movimenti popolari militanti, efficaci e direttamente impegnati sul territorio; dando la priorità ai più poveri e riducendo al minimo i costi di gestione; con un impegno di lungo periodo e duraturo, collegando emergenza, riabilitazione e ricostruzione; promuovendo l'autorganizzazione delle vittime affinché diventino artefici del proprio destino e possano combattere le diverse discriminazioni che affliggono la distribuzione degli aiuti pubblici o la ricostruzione delle aree devastate.
Abbiamo legami stabili nelle Filippine con tali movimenti in diversi settori, ma non nel centro dell'arcipelago dove il tifone Haiyan ha colpito più brutalmente (in particolare le isole di Leyte e Samar). Tripod e Rdrrac a loro volta hanno base a Mindanao, nel sud delle Filippine. Prima di lanciare il nostro appello abbiamo quindi verificato che essi fossero in grado di intervenire nelle zone colpite. Questo è loro possibile per la vicinanza tra le popolazioni di Mindanao e Visayas: vincoli familiari, lingua a volte comune ecc.
Inoltre, Tripod e Rdrrac hanno una lunga esperienza di azione umanitaria in caso di calamità, dato che operano in zone spesso colpite da tifoni, forti inondazioni e frane (spesso causate dalla distruzione delle foreste) o conflitti militari - in particolare tra le forze governative e movimenti islamici: rifugiati e sfollati interni sono parte della realtà politica di Mindanao.
Lavorando a livello popolare, Tripod si rivolge sia ai discendenti dei cristiani filippini migranti così come alle tribù di montagna e ai «moros» (le "tre popolazioni" sull'isola), combattendo le discriminazioni sociali, religiose o etniche e tessendo in questo modo la solidarietà intercomunitaria.

L'invio di una prima equipe di Tripod
Tutto questo non significa che il compito sarà facile. Le devastazioni causate dal tifone Haiyan (Yolanda ) sono così vaste e l'impatto sulle persone così profondo che il tessuto sociale sembra essere spesso lacerato. Le autorità locali sono paralizzate o inesistenti; le organizzazioni popolari temporaneamente paralizzate: le loro sedi sono distrutte, la priorità è data alla identificazione dei morti, alla ricerca di soluzioni di sopravvivenza per le famiglie dei loro membri...
L'incredibile incapacità presidenziale non rende le cose più facili. Una settimana dopo il disastro l'aiuto di base comincia appena ad arrivare con il contagocce e ancora non dappertutto. Tonnellate di generi di soccorso e cibo rimangono accatastati negli aeroporti mentre il governo che dovrebbe coordinare la loro distribuzione cerca di regolare i conti tra clan rivali e di imbavagliare la stampa in modo che non riveli la portata della tragedia. Il tempo passa, la situazione peggiora, il rischio di epidemie e di insicurezza aumenta, mettendo in pericolo anche gli interventi umanitari. I casi di stupro sembrano moltiplicarsi, sintomo di disgregazione sociale.
Tripod ha già inviato una prima squadra per cercare di riconnettersi con una delle sue organizzazioni - una rete di giovani di Mindanao che vivono nella zona del disastro e ha già condotto piccole azioni di aiuto - e per stabilire contatti con i movimenti popolari locali.
Questa squadra come primo passo deve scegliere un luogo non troppo pericoloso dal quale l'azione di aiuto, di riabilitazione, di riorganizzazione sociale possa assere avviata con i partner locali.
Un secondo gruppo di Tripod è già in partenza.

Un impegno di lungo periodo
Questo è solamente l'inizio di un intervento a lungo termine. Non si tratta solamente di distribuire beni di prima necessità e di alleviare le sofferenze, ma di un impegno complessivo, un lavoro completo che comporti anche aiutare le persone a superare l'impatto sociale e psicologico, a uscire dalla loro posizione di dipendenza, ad agire in modo coordinato, superando l'ognuno per sé.
Molte organizzazioni umanitarie internazionali sono fortemente specializzate: medicina di emergenza, assistenza alimentare, cura dei bambini ecc. Esse possono mettere in campo notevoli risorse per salvare molte vite, ma non hanno l'obiettivo di rimanere. Al contrario, le reti popolari militanti che operano in questo settore si trovano ad affrontare l'intera gamma di problemi creati da tali disastri: dove le case sono state pesantemente distrutte, i centri di accoglienza dovrebbero essere progettati per garantire la ricostruzione di una attività sociale. Essi devono infatti rispondere a una questione generale: consentire alle comunità colpite di uscire dalla situazione di vittime inermi - a rischio di affrontare i poteri stabiliti che non vedono di buon occhio che le vittime facciano valere i propri diritti.
Organizzazioni come Tripod e Rdrrac hanno ben poche risorse mentre i bisogni sono illimitati. Dobbiamo quindi aiutarle immediatamente affinché possano aiutare le popolazioni colpite. Ma sarà anche necessario sostenerle per un impegno di più lunga durata.

www.europe-solidaire.org/spip.php?article30337
Traduzione di Piero Maestri