Donde està Santiago Maldonado? Primo desaparecido della presidenza Macri

Tue, 03/10/2017 - 16:43

Come durante i periodi più bui della storia Argentina degli anni 70, tornano tristemente in voga termini come “desaparición forzada”. Pubblichiamo qui una lettera diretta al governo argentino, firmata da attivisti ed intellettuali, per chiedere la verità sulla sorte di Santiago Maldonado. L’attivista argentino di 28 anni è stato visto l’ultima volta il primo agosto scorso, mentre partecipava ad una manifestazione a fianco dei Mapuche, il popolo indigeno che lotta per la riappropriazione delle proprie terre dalle quali sono stati cacciati ad opera della multinazionale Benetton, che in Patagonia detiene 900mila ettari per un valore di 50milioni di dollari.

Santiago Maldonado, 28 anni, è stato visto per l’ultima volta il 1° agosto scorso, mentre la polizia argentina reprimeva una manifestazione della comunità indigena Mapuche (resistenza “Lof” nella località Cushamen; “Lof” è un termine che indica una comunità indigena), sulla strada nazionale n. 40, nella provincia di Chubut nel sud del paese, nei pressi della proprietà della multinazionale Benetton, un territorio rivendicato come proprio dai Mapuche.
Diversi testimoni oculari affermano che il giovane attivista è stato preso, picchiato e poi caricato su un mezzo della polizia. A partire da quel momento, il governo argentino ha costantemente negato con forza qualsiasi responsabilità della polizia nella scomparsa del giovane attivista. Tuttavia la giustizia ha qualificato il caso come “sparizione forzata”: un termine che in Argentina riporta alla memoria i momenti più neri della storia del paese.
Si tratta, dunque, della prima “desaparición” di un attivista sotto la presidenza di Maurizio Macri che, ciononostante, ha ricevuto recentemente i complimenti del vicepresidente USA Mike Pence per la buona gestione del paese.
Le forze repressive instaurarono in Argentina il metodo delle “sparizioni forzate” negli anni ’70, istruiti soprattutto dagli ufficiali francesi reduci dall’Indocina e dall’Algeria. Fu così che tramite la “desaparición” di militanti, attivisti e oppositori, la dittatura argentina sviluppò la guerra sporca tra il 1976 ed 1983, con un bilancio di 30.000 vittime.
Il caso Santiago Maldonado, di cui finora non si hanno notizie, sta progressivamente generando una profonda crisi politica nel Paese. Il 2 settembre un’enorme manifestazione a Buenos Aires e altre contemporanee in differenti provincie e davanti alle ambasciate e ai consolati dell’Argentina in America e in Europa, hanno nuovamente richiesto che Santiago Maldonado riappaia sano e salvo. Due giorni prima, si erano verificate perquisizioni da parte della polizia di Cordoba nelle sedi dei partiti politici di sinistra che hanno vincoli con la resistenza Mapuche, definita dalle autorità argentine come terrorista. Le stesse autorità continuano ad inquinare l’informazione sul caso, diffondendo l’ipotesi per cui Maldonado “sarebbe passato in clandestinità” o addirittura sarebbe stato assassinato dai Mapuche di Cushamen.
Tali pratiche fanno tornare d’attualità i metodi che la dittatura usava per nascondere i sequestri delle e dei militanti negli anni 70 e per giustificare la repressione.
Nel dodicesimo anniversario della scomparsa di Julio Lopez, un ex prigioniero politico che scomparve durante la dittatura e che fu nuovamente sequestrato il 18 settembre 2006, dopo aver testimoniato al processo per crimini di lesa umanità contro i poliziotti responsabili durante il regime militare, uniamo le nostre voci a quelle di altre centinaia di intellettuali, di personalità provenienti dal mondo della cultura, delle arti, della politica e dei movimenti sociali, come Miguel Ángel Estrella, Noam Chomsky, Adolfo Pérez Esquivel o Piedad Córdoba, per reclamare un chiarimento del caso da parte del governo argentino ed esigere la riapparizione, sano e salvo di Santiago Maldonado.

25/09/2017
Tariq Ali, scrittore ed editore Verso-New Left Review; Olivier Besancenot, portavoce del NPA; Franck Gaudichaud, professore universitario e co-presidente del France Amérique Latine (FAL); Danièle Obono, deputata di Paris (France Insoumise); Jean Baptiste Thomas, professore specializzato nella storia della Argentina contemporanea

*http://vientosur.info/spip.php?article13050
http://www.liberation.fr/debats/2017/09/25/argentine-ou-est-santiago-mal...
Traduzione di Marco Pettenella.