Brevi considerazioni sulla situazione attuale della Rivoluzione Bolivariana

Thu, 14/01/2016 - 11:34
di
Zuleika Matamoros*

Questo articolo preso singolarmente non pretende di essere una radiografia attuale della rivoluzione bolivariana: è semplicemente un contributo a un dibattito di cui si ha urgente bisogno, soprattutto per quelli che, come noi, sono attivisti e militano per un mondo diverso.
Siamo tra quelli che pensano che processo rivoluzionario e governo bolivariano siano due cose diverse. Correlate, in alcuni casi strettamente legate, ma diverse. Siamo coloro che hanno difeso e continueranno a difendere il processo rivoluzionario da chi vorrebbe metterselo alla spalle.... Noi siamo tra quelli che il 13 Aprile 2002 scesero in piazza per sconfiggere il colpo di stato della destra, che hanno superato la serrata dei petrolieri, la stessa che ci ha lasciato senza cibo, bevande e benzina perché la borghesia non poteva sopportare la sua sconfitta, noi siamo quelli del processo costituente ... quelli che non vengono mai presi in considerazione e che hanno affrontato il Potere nella Quarta Repubblica e che non abbiamo lasciato governare tranquillamente, quelli che hanno riconquistato l'identità di un popolo ... siamo gli stessi che difenderebbero il processo bolivariano anche dal suo stesso governo, se fosse necessario ...

La morte di Chavez e l’inizio di una nuova tappa
Dopo la morte del comandante Chavez la rivoluzione bolivariana è entrata in un nuovo periodo. Il governo Maduro è stato segnato da una grave crisi economica che ha avuto tra le conseguenze una notevole instabilità politica. E' importante ricordare che la vittoria di Maduro alle elezioni presidenziali è stata considerata una conquista del processo bolivariano, avvenuta in un momento di dolore causato dalla morte del comandante Chavez. Se il chavismo fosse stato sconfitto e la destra tradizionale fosse arrivata al potere, la demoralizzazione per popolo bolivariano sarebbe stata molto forte.
Tuttavia la paralisi e l'esitazione del governo, causata della pressione dei grandi attori economici e in alcuni casi dalla propria incapacità di reagire, ma anche della complicità di un settore di alti funzionari, ha facilitato il lavoro di una destra politica inetta, che oggi intravede una grande opportunità per prendere il potere, e gestire i proventi del petrolio, mettendoli a suo servizio.

La situazione economica
Il Venezuela quindi si ritrova impantanato in una crisi economica che in molti casi porta ad una vera propria polverizzazione dei salari. Il lavoratore medio deve fare miracoli per poter dar da mangiare a tutta la famiglia. Ad esempio per ottenere i prodotti alimentari di base i lavoratori sono costretti a fare code lunghissime, a volte di oltre 5 ore, per avere alcuni kili di farina di mais, riso, zucchero, caffè carne ,pollo, olio, carta igienica, materiale sanitario essenziale, shampoo od altri prodotti di base. Inoltre, quel poco che si riesce ad avere, potrà soddisfare le esigenze di una famiglia media di quattro o cinque persone al massimo per due settimane, non di più.
L'alternativa alle code è acquistare al così detto "Bachaquero", il mercato nero, in cui i prodotti sono venduti a prezzi speculativi. Ad esempio: un chilo di farina di mais ai prezzi del mercato nero sta tra i 350 e i 500 Bolivar. Un chilo di carne al prezzo di costo è di 220 bolivar (bs), ma non si troverà mai a questo prezzo, se si compra in una macelleria il prezzo sarà tra i 1600 e il 1900 bolivar al Kg. Il sapone per lavare costa circa 67.00 bolivar, sul mercato nero sta a 800 Bolivar. Questi sono solo solo esempi dei prezzi speculativi a cui i venezuelani sono sottoposti ogni giorno.

Il paradosso di questa situazione è che il governo nazionale afferma che siamo di fronte a “una guerra economica che cerca di creare malcontento tra la popolazione e che la causa di tutto ciò sono unicamente quei settori imprenditoriali che hanno deciso di intraprendere una guerra contro il governo Maduro”.
L’altro elemento che il governo include all’interno della “guerra economica” è l’accaparramento dei prodotti alimentari da parte dei contrabbandieri colombiani, un prassi che è iniziata da diversi anni ma che ultimamente, sotto il governo Maduro, si è ulteriormente intensificata. A questo proposito dobbiamo dire che le grandi quantità di benzina e di beni di consumo vengono trasportati su mezzi pesanti e che per far questo si deve avere il consenso dei militari venezuelani dato che questi prodotti passano per i checkpoint di frontiera senza alcun problema o che passano tramite strade illegali dovre transitano camion e grandi automezzi con i prodotti. Questo vuol dire che un qualsiasi colombiano o venezuelano non potrebbe trasportare a piedi, da un Paese all'altro, questi prodotti, ma che sono le grandi mafie che trasportano prodotti in grandi quantità, sia sulle navi che sui camion.

E’ così che la vita quotidiana dei venezuelani si è trasformata in calvario. Nella crisi si mette in evidenza il ruolo della speculazione finanziaria che continua a fare pressioni per una diversa distribuzione della rendita petrolifera che metta fine all’appropriazione ed alla distribuzione statale dei dollari, così come alle risorse destinate alla costruzione di un nuovo modello produttivo e alle politiche sociali. Per questo la destra politica tradizionale insiste per liberalizzare il tasso di cambio e per porre fine ai sussidi per gli alimenti.
D'altra parte, è interessante notare che i controlli sul cambio, oggi demonizzato da settori di opposizione e del governo, hanno avuto un andamento molto flessibile per favorire le grandi imprese, i grandi capitalisti nazionali e internazionali, elemento che è stato terreno prezioso per la corruzione, la mafia e l'accumulazione mafiosa di capitale. Settori capitalisti come FEDECAMARAS, Venamcham e altri settori della borghesia e della destra politica sono riusciti a convincere una parte importante della popolazione che una delle cause principali della carenza e del declino della produzione interna sarebbe un presunto debito in dollari che lo Stato avrebbe contratto con i datori di lavoro. La verità è che questi debiti in molti casi sono immaginari, cioè gran parte di questi debiti non esistono.

Importanti personalità legate al governo di Chavez, tra cui l'ex ministro Giordani, nel 2013 ha denunciato una truffa di oltre 20 miliardi di dollari alla fine del 2012., concessi per la scomparsa SITME. In seguito il vicepresidente dell'area economica Rafael Ramirez ha parlato di un qualcosa di simile all' appropriazione indebita, questa volta per quanto riguarda il CADIVI. Altre voci autorizzate sostengono che il volume della fuga di valuta all'estero da parte del settore privato (capitalista) dell'economia ha raggiunto negli ultimi dieci anni, una cifra vicina ai 20 miliardi di dollari all'anno. Questo dato coincide con i 190 miliardi di dollari depositati all'estero da parte di cittadini privati venezuelano, in base ai dati che possono essere verificati sul sito web della Banca Centrale del Venezuela. I pochi funzionari che hanno osato alzare la voce contro l'appropriazione indebita perpetrata a danno della nazione sono stati condannati con insulti altisonanti dal presidente Maduro stesso e dal suo gabinetto di governo.
Allo stesso tempo, sappiamo tutti che questo appropriazione indebita ai danni della nazione, questi grandi atti di corruzione incui sono coinvolti ampi settori imprenditoriali business, non possono essere portati avanti senza la complicità degli alti funzionari.
Finora non c'è è nessuna indagine rispetto a questi fatti gravi nè liste serie con nomi e affiliazioni delle persone coinvolte. Stiamo assistendo allo sviluppo di un modello di accumulazione mafiosa di capitale da parte della borghesia parassitaria venezuelana e una parte dell'alta burocrazia corrotta, che insieme formano una casta privilegiata.

La situazione politica
La situazione politica in Venezuela è oggi molto difficile. Una delle maggiori debolezze che sta affrontando il governo Maduro è la perdita di sostegno politico da parte dei "popolo chavista". Le misure adottate dal governo non portano alcun beneficio per coloro che sono alla base del processo rivoluzionario: ovvero coloro che vivono del loro lavoro. Per non voler andare fino in fondo con le politiche a favore delle persone che lavorano, o in altre parole, perseguendo una politica diversa rispetto al Plan de la Patria, (come è stato definito il programma sviluppato da Chavez dal 2013-2019) non solo diminuisce la popolarità del governo, ma si corre il rischio di entrare in una crisi di governo. E questo avviene nel mezzo delle esitazioni e indecisioni delle politiche governative, che portano a piegarsi alle pressioni economiche del grande capitale locale e internazionale.

Le "cupole" che hanno fatto accordi e alleanze sulla base del "business" , che hanno accettato rozzi privilegi per gli alti funzionari governativi e rafforzato un forte settore della borghesia nazionale e transnazionale, oggi cercano di riprodurre una falsa polarizzazione per evitare che si esprima ciò che si trova alla base di un fermento popolare che ci spinge ad agire. Un fermento che proviene dal profondo delle persone che vivono del loro lavoro. Si tratta di un settore che è alla ricerca di un percorso o una strada che termini una volta per tutte con la vecchia e marcia politica, con le alleanze tra ciniche cupule, quelle del MUD e della burocrazia elettorale del PSUV e dello stesso Polo Patriottico, per i quale la "polarizzazione" è un "grosso affare", cupole che rappresentano privilegi disgustosi che allontanano sempre più il processo bolivarioano dall'affetto e la fiducia della base.

Così si ha l’impressione che il governo sia molto vicino alla tentazione autoritaria e pretendere di ridurre al silenzio le voci che emergono dalle viscere del processo rivoluzionario, abbiamo subito ritorsioni e minacce, riceviamo ingiurie e diffamazioni. Vogliono farci entrare in rotta di collisione i con dei meccanismi che portano solo a manipolazione, intimidazioni e minacce.
Vogliamo dire quindi che alla crisi economica e sociale si aggiunge la degradazione dei diritti e delle garanzie per i cittadini: come ad esempio le risoluzioni del CNE che negano di fatto l'organizzazione di partiti, la Corte Suprema infatti agisce al di sopra dei diritti democratici conquistati durante il processo rivoluzionario.
Stiamo assistendo all'indebolimento o alla perdita delle conquiste democratiche del processo bolivariano, stiamo subendo la limitazione di alcuni diritti e l'eliminazione di altri.

Al di là di queste situazioni, organizzazioni come Marea Socialista hanno fatto tutti i tentativi possibili per indurre il presidente Maduro ad ascoltare la voce del popolo e a promuovere misure profonde, ad intervenire nel merito, per risolvere i gravi problemi che abbiamo, per riprendere la via del socialismo del XXI secolo e ritrovare l'entusiasmo, la speranza e lo slancio che ha permesso di affrontare e sconfiggere tutti gli assalti al nostro processo rivoluzionario.
Il guaio è che in nome del socialismo si stanno prendendo misure di tipo capitalista classico e che le persone soffrano disagi e penurie. Corriamo il rischio che nell'immaginario rimanga l'errata convinzione che il socialismo è un fallimento; infatti invece di muoversi verso il socialismo tramite misure di transizione quanto è stato fatto finora significa cedere alle pressioni del Capitale. Il popolo bolivariano e ribelle aveva scelto Chavez come leader, lo ha spinto in avanti verso il pensiero socialista, e anche se sono rimasti moltissimi compiti non terminati, tornare indietro rispetto al cammino intrapreso e retrocedere sulle conquiste ottenute dal popolo bolivariano in lotta significherebbe un vero e proprio tradimento dell'umanità.

*Traduz. di Socrates
da Viento Sur