Nel 2018 la prima pietra dello Student Hotel di Roma dovrebbe essere posata nel cantiere dell’ex Dogana di San Lorenzo, stando alle intenzioni di speculatori e amici. Il cuore storico e architettonico del nostro quartiere verrà soppiantato dalle sfolgoranti vetrate dello studentato-albergo che aprirà i battenti nel 2019.
Un’enclave di 23mila metri quadrati: uno degli edifici verrà demolito e ricostruito, la striscia di mattoni e uffici che si affaccia su via dello Scalo verrà ristrutturata con cambio di destinazione d’uso e spunterà una nuova piazza open, circondata da una corona di verde che isola la bolla immaginifica dal trambusto del traffico capitolino.
Prezzo? 90 milioni di euro (mentre solo 3 milioni entreranno nelle casse del Comune, ovvero al pubblico), le parole d’ordine sono valorizzazione e rigenerazione urbanistica.
Un mantra che da anni si ripete instancabilmente per tutto il patrimonio pubblico dismesso: valorizzazione e rigenerazione urbanistica, una filastrocca da miliardi di euro con cui ridisegnare le città ad uso e consumo della rendita e del denaro sonante.
Per uno studente, il prezzo di una stanza sarà di circa 800 euro al mese (sul sito dello Student Hotel fiorentino si parte da 816 euro) con tanto di televisione a schermo piatto e una bicicletta.
Camere standard e deluxe “da cui si potrà avere una vista sul centro storico e i suoi monumenti” cucine, ristoranti, una palestra attrezzata, una piscina, spazi di co-working e co-living e la student suite ai piani alti.
I beneficiari? Studenti facoltosi di tutto il mondo, liberi professionisti e startup di successo. È il sogno della speculazione 2.0 nella città eterna dei senza casa, con migliaia di persone stipate in residence temporanei (Caat), nelle casette Ikea della Croce Rossa o più semplicemente abbandonate sotto i ponti. È l’avanguardia della rigenerazione urbana nella Capitale senza trasporti, senza servizi pubblici e senza spazi di condivisione e di relazione. Nessuna traccia di investimenti in favore dell’edilizia pubblica per sconfiggere la piaga degli studenti “idonei non vincitori”, nessuna traccia di spazi realmente aperti al quartiere o che rispondano ai bisogni del nostro territorio, nessuna traccia di servizi per una San Lorenzo che soffre di assenza di manutenzione e cura da parte delle istituzioni.
Allora la nostra domanda è lecita. Ma cosa c’entra lo Student Hotel nel nostro quartiere? La risposta è scontata, niente! Abbiamo bisogno di tutt’altro, la Dogana dev’essere uno spazio pubblico, aperto all’uso comune ed al servizio del quartiere, e ne “La Volontà di Sapere” [2] l’abbiamo già detto chiaramente. Peccato che le istituzioni siano sorde ai bisogni dei territori almeno quanto sono viceversa zelanti nell’assolvere ai capricci degli speculatori.
Riqualificare l’ex Dogana è una priorità, assunta addirittura dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) che ha convocato lo scorso 23 novembre un tavolo per sopperire alle carenze strutturali di Roma. Tra i punti, nelle 51 slide presentate, in bella vista c’era lo sblocco dei cantieri di San Lorenzo. In questo quadrante (distretto, o meglio “district”) tutti i poteri sono coinvolti: sarà quindi un’inaugurazione degna di nota, con la Regione Lazio, il Comune di Roma e Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp) sedute in prima fila per assistere al miracolo dell’innovazione e della sostenibilità, targato The Student Hotel.
Un miracolo appunto. Come si potrebbe definire altrimenti la trasformazione di un’area pubblica in un enorme recinto di interessi privati? Un miracolo! Dove parchi, spazi pubblici e servizi sono stati spazzati via, dove gli affitti sono alle stelle e il diritto allo studio inesistente, la costruzione di un mega hotel – studentato di lusso è una magia. Come è una magia (o mandrakata, stavolta senza anglicismi) avvalersi del Piano Casa Regionale per riformulare i parametri urbanistici della Capitale (semmai ce ne fossero stati!) per cementificare città tutte uguali, omologate e omologanti. Senza poi interpellare la comunità che ogni giorno attraversa e vive San Lorenzo.
E gli artefici di questo miracolo? Lo Stato in primis, e Cassa Depositi e Prestiti Spa, il faro dell’ingegneristica finanziaria italiana: un istituto pubblico che opera come una banca d’affari. Mentre dal Comune, dal Municipio e dall’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio non arriva alcun segnale. Laissez faire.
È proprio lo Stato – di cui Cdp in qualche modo è riflesso – a diluire in provetta, anno dopo anno, società dopo società, lo “status pubblico” dell’ex Dogana di San Lorenzo.
Prima il demanio, che vende a Fintecna Spa (acquistata nel 2012 da Cdp), poi Residenziale Immobiliare 2004 Spa – società partecipata da Fintecna Immobiliare, Cdp Immobiliare quindi, e da tre investitori privati, Prelios, Fingen e gruppo Maire – e infine The Student Hotel.
Pubblico, una dose di privato, un cucchiaino di investimenti, debiti che si accumulano, le banche che accorrono per tappare i buchi della valorizzazione e il pasticcio è fatto. Sindaci, ministeri, società di gestione del risparmio e Fondazioni che regalano pezzi della nostra città alle multinazionali del mattone.
Il centro commerciale non aveva funzionato, il quartiere era insorto nel 2014 e lo slogan “Sdogana la città” ancora rimbomba nelle teste di Cdp. Che fare allora?
Residenziale Immobiliare 2004 Spa (adesso 75% Cdp Immobiliare e il 25% il gruppo Fingen) affitta l’area ad un gruppo di promoter che trasforma l’ex Dogana in una Disneyland del divertimento e della cultura a buon mercato. Siamo a San Lorenzo e per veicolare l’inaccettabile proposta del mega albergo privato per studenti ricchi, bisogna instillare disagio, frustrazione, desiderio. Alla Dead Poets Society che tutt’ora gestisce gli eventi dell’ex Dogana, l’arduo compito (è interessante vedere come la stessa sorte sia toccata all’ex Zecca dello Stato di Roma, sempre di proprietà di Residenziale Immobiliare 2004, diventata un albergo a cinque stelle e regalata per una notte ai cocktail della Dead Poets Society). Se non può esserci il classico supermercato, allora si costruisce un “supermercato dell’immateriale”. Un enorme spazio in cui piazzare in maniera disorganica serate da migliaia di persone, mostre, aperitivi, dibattiti e magari anche un comitato elettorale del PD e qualche iniziativa della regione Lazio. Tutto ovviamente a prezzi stratosferisci. Con tutte le conseguenze che questo ha su un quartiere che è già interamente sottoposto alla logica del consumo, ridotto ad un divertimentificio, e che accusa evidenti problemi di vivibilità e mancanza di servizi. Le conseguenze sono evidenti. Da un lato, si genera nel territorio un’aspettativa per un cambiamento che “normalizzi” la situazione insostenibile della zona dello Scalo “Tanto meglio lo studentato di lusso che questo degrado”. Dall’altro, si accendono le luci sul quadrante, dandogli da principio una caratterizzazione fintamente giovanilista. L’obiettivo è chiaro: spianare la strada alla grande speculazione che verrà, fare in modo che si accetti se non con entusiasmo, almeno con rassegnazione. Lo Student’s Hotel, appunto.
Qualcuno crede che a San Lorenzo siamo fessi. Ebbene, non lo siamo affatto. Il quartiere ha da sempre vigilato sul destino dell’ex Dogana e della zona circostante. È nella cura comune del nostro territorio e nell’azione collettiva che abbiamo sempre avuto i nostri punti di forza.
L’ex Dogana è un pezzo indisponibile del nostro quartiere. Appartiene a tutti e tutte noi ed a nessuno, e da troppo tempo è stato sottratto al quartiere tramite manovre torbide, da troppo tempo ci vengono negate finanche le informazioni su quel che accade. È tempo che tutto questo finisca. Non siamo interessati a squallidi contentini, piccole consolazioni o vuote promesse. Ne abbiamo le tasche piene.
Risponderemo ancora una volta a partire dalla forza di una comunità solidale e resistente.
Fuori gli speculatori da San Lorenzo.
*Fonte: http://www.liberarepubblicadisanlorenzo.it/2017/12/04/ex-dogana-san-lore... [3]
Il rendering del progetto “The Student Hotel” all’ex-Dogana: