Condividiamo le sconcertanti immagini della polizia in assetto antisommossa all'interno del museo dell'arte classica della facoltà di Lettere nella giornata di martedì per esprimere la nostra indignazione di fronte a quanto accaduto. La facilitá con la quale ormai si permette alla celere di entrare nelle universitá in risposta alle proteste studentesche è simbolo di un'involuzione e di una chiusura degli spazi di democrazia negli atenei ormai costanti, frutto dei processi di aziendalizzazione volti a ridisegnare i connotati dei nostri luoghi di studio.
L'entrata dei blindati in cittá universitaria e dei reparti fin nella gipsoteca arriva al termine di una mattinata in cui a studenti e studentesse non è stato permesso di entrare a prendere parola da cordoni di polizia e digos e in cui la stessa gipsoteca era stata giá chiusa per permettere la conferenza della fondazione TreElle che ha ospitato la ministra Fedeli e che avrebbe dovuto ospitare, tra i vari e vergognosi nomi "illustri", Mariastella Gelmini, poi non presentatasi. Privando gli studenti della facoltà di uno dei pochi e importanti luoghi di studio a disposizione e provocando notevoli disagi, tra cui l'annullamento improvviso e non annunciato delle lezioni lì previste. Paradosso nel paradosso dell'universitá-azienda, in cui gli studenti sono numeri o merce da svendere al mercato del lavoro precario e gli amministratori manager che pensano di non dover rispondere a nessuno.
A tutto questo c'è alternativa. E la dobbiamo costruire noi, dal basso.