Da troppo tempo, all'interno di alcune cooperative, esiste una situazione di illegalità e di grave violazione dei diritti dei lavoratori. In realtà la formula della cooperativa è sempre più usata per celare gli interessi padronali di aziende a conduzione famigliare che cercano di avere sgravi fiscali.
Il mito della cooperativa è tramontato da tempo e a rendersene conto sulla propria pelle è toccato, adesso, alle lavoratrici e ai lavoratori delle cooperative di pulizia “Athena” e “Iride”, che operano tramite lavori in appalto nei cantieri navali di Viareggio.
Dopo essere stati abbandonati dalla CGIL si sono rivolti allo sportello del lavoro gestito dal coordinamento anticapitalista nel quale siamo attivi. Alcuni di questi operai si sono presentati allo sportello che gestiamo a seguito della comunicazione di cassa integrazione in deroga per una decina di loro.
Le modalità di questa comunicazione sono state al limite della truffa: infatti a questi dieci lavoratori è stato fatto firmare un documento per la CIG in deroga, e subito dopo la firma è stata barrata una casella sul documento in cui si affermava che sostanzialmente non sarebbero stati riassunti alla fine del periodo di cassa integrazione.
Dopo alcune assemblee autoconvocate, e sostenute dallo sportello del lavoro e dai COBAS, è emersa una solidarietà e una forte volontà di autorganizzarsi. Gli operai che lavorano nelle cooperative si sono espressi contro la decisione della dirigenza delle cooperative di licenziare alcuni dei loro compagni sostenendo la volontà di ridursi l’orario pur di non mandare a casa nessuno.
È, inoltre, emerso come le due cooperative utilizzino la cassa integrazione da anni, non come ammortizzatore sociale, ma come strumento per sbarazzarsi di lavoratori che, per un motivo o per un altro, sono ritenuti “scomodi”, magari assumendone altri con contratti diversificati, ma che in realtà svolgono le stesse mansioni. Ma il comportamento a dir poco “disinvolto” dei vertici delle cooperative non si limita solo a questo, anzi possiamo dire che al loro interno regna un clima di ricatto continuo e vero e proprio terrore. Come definire altrimenti una situazione in cui un lavoratore ha paura di ammalarsi, sapendo che al ritorno dalla malattia non avrà più lo stesso monte di ore? Vi sono lavoratori che da anni rinviano operazioni chirurgiche importanti proprio per questo motivo.
La mancanza assoluta di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è un fatto grave che è stato ampiamente documentato e denunciato. Non viene fornito, come prescrive la legge, dalla cooperativa alcun dispositivo di protezione individuale, con gravi rischi per le lavoratrici e i lavoratori. Alcune operaie hanno pure rivelato di essere state costrette a comprarsi da sole le scarpe antinfortunistiche. Appare evidente che in queste cooperative non esiste alcun scopo mutualistico ma solo una ricerca perversa di profitto da parte di chi le amministra.
Intanto nei prossimi giorni si annunciano mobilitazioni di lotta e solidarietà con l'obbiettivo di fare reintegrare i cassintegrati e avere maggiore trasparenza sulla gestione delle cooperativa.