Siamo partite da molto lontano e ragionando e studiando, abbiamo capito decenni fa chi sono i responsabili della violenza e della discriminazione di genere: il patriarcato e il capitalismo, la cultura ed il modello dominante di sviluppo. Abbiamo analizzato la storia e denunciato fenomeni in corso, trovando risposte possibili e indicando strumenti adeguati. Tanto è stato fatto ma è ancora insufficiente, siamo lontane da modelli di relazioni e pratiche politiche accettabili. Adesso è tornato il momento non solo di analizzare e gridare ma anche e soprattutto di agire.
Riteniamo sia giunta l’ora di rispondere colpo su colpo, essere sempre accanto ad ogni donna che subisce ingiustizie – come Rosa, stuprata da un militare a l’Aquila ad esempio, come Sara Di Pietrantonio, uccisa dall’ex, come tutte quelle che subiscono quotidianamente violenza in casa, sul lavoro, nelle strade.
Come rete Io decido ci siamo ritrovate tutte d'accordo sulla necessità - e l'urgenza politica - di fare della violenza di genere il nostro terreno di intervento sul medio/lungo periodo per provare a costruire insieme una risposta adeguata e all'altezza dei tempi che viviamo, capace di uscire dalla logica dell'emergenza e in grado di articolare anche delle proposte concrete.
La priorità è quella di non far fermare nemmeno per un giorno i servizi antiviolenza a rischio chiusura, di contrastare la logica dei bandi e della delibera 140 che vogliono fermare le attività a tanti spazi sociali a Roma come al CENTRO DALIA o AD ASSOLEI, a LUCHA Y SIESTA come allo spazio delle CAGNE SCIOLTE e allo sportello UNA STANZA TUTTA PER SE’.
La prima scadenza dei servizi è prevista per il 26 giugno, è quella dell’ SOS DONNA della coop BE FREE, ma non vogliamo solo fermarne la chiusura, perché vogliamo molto di più!
Pretendiamo l’apertura di uno spazio delle donne, di servizi antiviolenza in ogni municipio di questa città.
Abbiamo deciso di partire da un’assemblea in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo lo scorso 16 giugno per
avviare un percorso complesso ed articolato - una campagna pubblica e inclusiva per dire basta a violenza e discriminazione - che possa costruire momenti di incontro nazionali, di mobilitazione e assemblee, con l'obiettivo di mettere insieme intelligenze, saperi, rabbia e desideri per costruire una piattaforma che porti, il prossimo 25 novembre, ad un grande corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Una piattaforma che si generi a partire dai percorsi già intrapresi e che per tutto il resto si organizzi formando dei gruppi di studio, così da poter elaborare assieme le nostre richieste, tra le quali nominiamo la revisione codice rosa, revisione-aggiornamento della legge sul femminicidio, l’integrazione degli strumenti contro la violenza sulle donne con quelli di aiuto al reddito, al lavoro e all’alloggio.
Interventi educativi e di formazione, la revisione dell’ ambito
giudiziario/legislativo sia penale che civile (che spesso colpevolizza le donne); la comunicazione e la narrazione della violenza di genere nei media e non solo: su questo ci siamo dette di avviare un lavoro capillare di scardinamento delle retoriche dominanti, immaginando anche delle azioni forti capaci di prender parola in maniera determinata.
Per questo convochiamo una seconda assemblea pubblica il 24 giugno al Campidoglio alle 16.30, per provare a costruire insieme questo percorso, un percorso che non annulli le differenze, anche politiche, ma che della differenza faccia la sua ricchezza.
P.s: Portate pentole, strumenti musicali ed ogni altra cosa rumorosa che vi viene in mente!