La questione riguardo lo Sferisterio aperto tutto l’anno va avanti: finalmente c’è qualcuno che sta pensando ad un programma concreto per gestire questo Bene Pubblico durante l’anno. E’ ora che lo Sferisterio sia valorizzato per quello che è, in modo che le maestranze del Teatro, per essere precisi i tecnici e gli operai precari di palcoscenico, vivano una situazione lavorativa e retributiva decisamente meno “complicata”.
Cosa vi lega indissolubilmente allo Sferisterio. Quanti tra operai e tecnici lavorate durante la stagione lirica allo Sferisterio? E che tipo di contratti avete?
Innanzitutto ancora un grazie a Vialibera che ci concede un po’ del suo spazio e ci consente di spiegare le ragioni del nostro progetto e la nostra condizione lavorativa.
Allo Sferisterio ci lega il fatto che abbiamo la fortuna di lavorare in uno dei palcoscenici più belli e suggestivi d’Italia, con caratteristiche uniche per quello che riguarda i teatri all’aperto, con tutti i pro e i contro che questo comporta, come quello di poter utilizzare il palcoscenico per periodi decisamente limitati e dover ricorrere a periodici lavori di manutenzione assolutamente indispensabili per una struttura del genere.
Durante la stagione lirica vengono impiegate almeno 80 maestranze tecniche nel periodo delle rappresentazioni, ma per quello che riguarda tutto il lavoro del prima e del dopo, i lavoratori maceratesi sono all’incirca una ventina. I contratti che abbiamo sono a tempo determinato e veniamo assunti singolarmente dall’Associazione Sferisterio, la durata dei contratti dipende dalle esigenze professionali richieste e in genere non superano le 100-110 giornate al massimo e per pochi operai.
Abbiamo già scritto che non è il direttore artistico ad assumervi, bensì il CDA costituito dal presidente e sindaco di Macerata e dal vice-presidente e presidente della Provincia. Al quanto pare non riescono a stabilizzare le vostre posizioni lavorative. La vostra idea è quindi quella di assumere voi la gestione “invernale” dello Sferisterio in modo da una parte, creare cultura per la cittadinanza tutta e, dall’altra, dare una sorta di continuità al vostro rapporto con lo Sferisterio durante tutto l’anno. E’ così?
La questione di una maggiore continuità lavorativa si pone da sempre, ma negli ultimi anni a causa dei tagli sconsiderati dei finanziamenti agli enti locali e del nefasto patto di stabilità, molti teatri, sostenuti da finanziamenti pubblici, hanno preso la palla al balzo decurtando il personale impiegato. Così le stagioni teatrali vengono organizzate con un minore coinvolgimento della rappresentazione scenografica e quindi un minore impiego degli addetti del settore che quindi vedono ridursi drasticamente le occasioni di lavoro..
La proposta parte dall’associazione o.s.a.! (operai/e dello spettacolo associati) composta da un gruppo di operai/ e maceratesi, e nasce dalla constatazione di come molti di noi vivano una situazione di precariato da 15, 20 o anche 30 anni e dal fatto che il nostro principale datore di lavoro, cioè l’Associazione Sferisterio, abbia concentrato in questi anni i suoi sforzi e le sue attività esclusivamente per l’organizzazione della importante stagione lirica, che come detto dura pochi mesi l’anno, e non abbia pensato di poter sviluppare anche tutta una serie di attività che il suo statuto prevede e che secondo noi avrebbero permesso molte più possibilità di lavoro anche per gli operai e per i tecnici e una valorizzazione adeguata di un vero e proprio gioiello come è il Teatro Sferisterio anche nei suoi spazi interni, tutti da scoprire e da valorizzare.
Su cosa si centra la vostra proposta?
Siamo veramente innamorati di questo posto e pensiamo che nessuno possa curarlo e valorizzarlo come si merita, meglio di quanto noi sapremmo fare. Presentiamo una proposta per la cura, la manutenzione e la valorizzazione degli spazi interni da effettuarsi con la collaborazione di altre associazioni culturali di riconosciuto valore e con la ovvia supervisione degli organismi istituzionali competenti per quello che riguarda eventuali lavori da effettuare sulle strutture.
…Vogliamo che si aprano più spesso i cancelli d’entrata e che lo spazio sia vivo anche oltre la consueta, ci sia consentita, triste visita che i turisti si trovano a fare solitamente per non vedere niente di speciale, anzi…
…Vogliamo avere un’altra possibilità occupazionale utilizzando e dando vita ad uno spazio che altrimenti rimane vuoto e non sfruttato per gran parte dell’anno…
Pensiamo che un’amministrazione che ha veramente a cuore le questioni del lavoro e porta rispetto per il simbolo di Macerata, com’è a tutti gli effetti lo Sferisterio debba consentire questa sperimentazione, sostenendo tra l’altro costi decisamente limitati, ma che devono far parte di una seria politica dell’amministrazione pubblica se e quando si parla di cultura che produce lavoro e favorisce una circolazione turistica maggiore per il bene conseguente di tutta la collettività.
In giro per l’Italia e nel mondo, ci sono molti bellissimi e positivi esempi di spazi e luoghi di lavoro recuperati. Circa tre mesi fa abbiamo avuto la fortuna di incontrare alla SOMS Gigi Malabarba, uno degli artefici dell’occupazione della Maflow dando vita al progetto Ri-Maflow [2] che hanno avuto la forza e il coraggio di inventare la Cittadella dell’Altraeconomia. Sapreste spiegarci in cosa consiste? Senza svelarci niente, la vostra idea si ispira un po’ a quella?
L’esperienza della Ri-Maflow è un’altra cosa e la nostra stima è veramente oltre ogni limite. Quando gli operai non si abbattono e decidono di mettersi in gioco riprendendosi quello che è loro, cioè il diritto ad avere un lavoro dignitoso, non c’è che da ammirarli e da esprimere loro la massima solidarietà , soprattutto per la capacità di coinvolgimento di soggetti esterni nel progetto di recupero e della conseguente concreta realizzazione della solidarietà, del mutualismo e di un vero agire ecologista che caratterizza questa realtà di Trezzano sul Naviglio. L’esempio di ciò è la creazione della cittadella dell’Altra economia, che, lontano dalle logiche di mercato, cammina parallela alla ripresa della produzione strettamente di marca operaia e che anche noi riteniamo sia una delle indispensabili soluzioni alla crisi in atto.
Come dicevamo la nostra è una questione differente e si tratta di trovare un punto d’incontro tra l’esigenza degli operai del Teatro di avere maggiori possibilità di progettarsi un lavoro dignitoso, con tutte le difficoltà e l’impegno che questo comporta e la constatazione di come un bene artistico monumentale come lo Sferisterio abbia bisogno di più cura, di maggiori attenzioni e di una valorizzazione che gli riconosca anche un’ utilità sociale nel dispiegarsi di tutte le sue potenzialità. Questo non può che essere un grande vantaggio per tutta la città e che pensiamo sarebbe pura miopia non analizzare in questi termini.
L’associazione OSA! comunica con piacere e soddisfazione la seconda edizione dell’esposizione fotografica “fabbricanti di passioni” che avverrà nei giorni 21 e 22 marzo in corrispondenza delle giornate del FAI.
L’iniziativa parte da operai e tecnici dello spettacolo che abitualmente esercitano il loro lavoro allo Sferisterio e che testimoniano ulteriormente l’amore per lo splendido Teatro cittadino proponendo un allestimento di foto del loro lavoro in Arena durante la stagione lirica e altre belle immagini non presenti nella scorsa edizione.
L’intenzione è quella di presentare una faccia viva e attraente del monumento simbolo di Macerata, meraviglioso scenario ricco di potenzialità ancora celate ma che gli operai/e intendono svelare e scoprire insieme a quella cittadinanza maceratese che osa vedere qualcosa oltre il solito e la consuetudine.
La mostra “fabbricanti di passioni” sabato 21 marzo dalle 15 alle 20 e domenica 22 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20 nella ex sala cinema Sferisterio. Ingresso libero.
*Fonte articolo: http://www.vialiberamc.it/2015/03/18/nasce-o-s-a-via-libera-intervista-m... [3]