La condanna di Viareggio è importante, ma la giustizia appare ancora un'altra cosa

Wed, 01/02/2017 - 09:52
di
Communia Viareggio e Versilia

Dopo sette anni, sette mesi e due giorni dal tragico giorno della strage ferroviaria è arrivata l'attesa sentenza che, tuttavia, non pone fine alla vicenda trattandosi solo del giudizio di primo grado.
Era il 29 giugno del 2009 quando un treno merce deragliò e una cisterna contenente GPL esplose nei pressi della stazione ferroviaria di Viareggio facendo ingenti danni e strappando all’affetto dei propri cari 32 persone innocenti.
I famigliari delle vittime, riunitisi nell'associazione “Il mondo che vorrei”, e i lavoratori delle ferrovie, riunitisi nell'“Assemblea 29 giugno”, hanno rifiutato, da subito, l'idea dell'incidente fortuito, della casualità identificando nelle logiche di profitto le cause della strage.
In nome del profitto le Ferrovie hanno scelto politiche fatte di privatizzazioni e tagli al personale e alla manutenzione. A rimetterci è stata la sicurezza. Molti ferrovieri che da anni si battevano per la sicurezza sui trasporti a rotaie parlarono, infatti, di strage annunciata. La verità storica era già ampiamente conosciuta e ben impressa nelle menti e nelle coscienze di tutti i viareggini che in questi anni si sono mobilitati per chiedere giustizia.

Oggi dopo tanto tempo arriva una sentenza importante che però soddisfa solo parzialmente. Se da una parte, infatti, c'è soddisfazione per la conferma dell'impianto accusatorio ritenuto valido dai giudici, dall'altra c'è amarezza per delle pene inferiori alle richieste dei PM. Per Mauro Moretti, l'accusa aveva chiesto sedici anni mentre viene condannato a sette perché ritenuto colpevole solo in qualità di amministratore delegato (a.d..) della Rete Ferrovie Italiane e non in qualità di a.d. delle Fs, che poi è la società capogruppo che detiene tutto il pacchetto azionario di RFI e Treni Italia SPA. Condannato anche Mario Michele Elia ex a.d. di RFI e attuale a.d. delle Fs a sette anni e sei mesi la richiesta dell'accusa, per lui, era di quindici anni. Sette anni e sei mesi anche per Vincenzo Soprano ex a.d. Treni Italia. In tutto i condannati sono 23, colpevoli a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali. Tra le società 'imputate' assolte Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, mentre sono state condannate RFI e Trenitalia con una sanzione di 700 mila euro.
In attesa dell'appello, entrambe le parti faranno ricorso, si corre il rischio della prescrizione per alcuni reati. Si tratta di una sentenza che farà discutere ancora a lungo e che ha visto Armando D'Apote, legale, di Mauro Moretti esternare impropriamente parlando di “giustizia populista.” Ormai la parola populista è usata da chi comanda per contestare ogni critica al potere e da ieri a quanto pare questo vocabolo potrà essere usato per contestare le sentenze che condannano qualche potente.

A prescindere dal giudizio sulla sentenza la giornata di ieri ha visto ancora una volta una comunità in lotta. Fin dal mattino centinaia di persone si sono dirette da Viareggio a Lucca per presidiare con striscioni, cartelli e volantini davanti al polo fieristico, dove in questi anni si sono svolte tutte le udienze del processo. C'è stato un corteo di alcune centinaia di persone aperto dallo striscione con le foto delle vittime. Oltre all'“assemblea 29 giugno” e all'associazione “Il Mondo che vorrei” erano presenti rappresentanti dei “No TAV”, dei “No Eternit”, dei famigliari delle vittime dell'amianto e della strage del Moby Prince che costò la vita a 140 persone nel 1991 e che purtroppo non ha visto nessun colpevole. Il timore che anche la strage di Viareggio non vedesse colpevoli, come tante stragi del nostro paese, era forte ma per fortuna questa eventualità è stata sventata grazie anche all'intensa mobilitazione che in questi anni ha visto i famigliari assieme a molti lavoratori delle ferrovie combattere con determinazione, organizzando presidi, cortei, fiaccolate, occupando i binari, contestando le inopportune conferme o peggio ancora premiazioni che il potere ha dato ad uomini come Mauro Moretti. Non può essere dimenticata la ferita aperta dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha nominato Moretti cavaliere del lavoro, nonostante fosse già imputato. Non può essere dimenticata neppure la nomina di Mauro Moretti, da parte dell'ex premier Matteo Renzi, ai vertici di Finmeccanica ribattezzata, oggi, Leonardo S.P.A. assieme ad un altra figura discussa come quel Gianni De Gennaro ex capo della polizia ai tempi della vergognosa mattanza avvenuta a Genova nel 2001 durante i giorni del G8.
Matteo Renzi, di fatto, con le nomine di Moretti e De Gennaro rispettivamente ad a.d. e presidente non solo ha premiato i due personaggi ma ha dato il via a quell'operazione di rebranding di una società strategica per l'economia e la difesa del paese. Elicotteri, velivoli, aerostrutture, sistemi avionici e spaziali, elettronica per la difesa terrestre e navale, sistemi di difesa militari sono solo alcune cose di cui si occupa la nuova Leonardo. Una riflessione ci viene d'obbligo: “Se gli stessi soldi investiti in armamenti fossero stati investiti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, stragi come quella di Viareggio si sarebbero, probabilmente, evitate.”
Intanto, dopo la notizia della condanna di Mauro Moretti, il titolo in borsa di Leonardo S.P.A. ha iniziato a calare ma il consiglio di amministrazione dell'azienda si è riunito immediatamente per fare quadrato attorno al suo a.d. e invitarlo a restare al suo posto. Del resto Moretti, da sempre, gode di appoggi e coperture importanti e lo stesso ministro delle infrastrutture e dei trasporti Giovanni Delrio definì spropositata la richiesta di condanna da parte del PM facendo entrare, di fatto, a gamba tesa il governo nel processo della strage. Moretti è il manager che ha risanato le Ferrovie, riportando i conti in utile dopo anni ma lo ha fatto sacrificando il trasporto merci, puntando tutto sullo sviluppo dell'alta velocità e girando una parte del trasporto locale alle Regioni ma soprattutto lo ha fatto cancellando la sicurezza per i lavoratori e gli utenti del servizio. D'altra parte, è anche il manager che ha riportato il titolo di Leonardo Finmeccanica ai massimi storici di Borsa: anche in questo caso il tutto è avvenuto con licenziamenti e ristrutturazioni come la vendita ai giapponesi di Hitachi sia di Ansaldo Sts che di Ansaldo Breda.
La notizia della perdita in borsa di alcuni punti percentuali dell'azienda è stata salutata positivamente dai molti cittadini presenti all'assemblea pubblica di ieri sera a Viareggio dopo la sentenza. In quell'assemblea Marco Piagentini, uno dei superstiti della strage di Viareggio dove ha perso moglie e figli e rimasto lui stesso in fin di vita per un lungo periodo e salvo solo dopo aver subito oltre 40 interventi chirurgici ha dichiarato, in qualità di presidente dell'associazione “Il Mondo che vorrei”."C'è una condanna e questo significa che il sistema sicurezza non funziona. Ma questo lo sapevamo anche sette anni fa... la nostra lotta continua."

A Viareggio, e non solo, adesso si attendono le dimissioni di Moretti ed Elia dai loro rispettivi incarichi. Dimissioni che difficilmente arriveranno visto che i loro profitti continueranno purtroppo a valere più delle nostre vite. Mauro Moretti continuerà a guadagnare milioni di euro e Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato per essersi schierato dalla parte dei famigliari della strage come perito, continuerà a non essere reintegrato.
Nonostante la giornata di ieri sia stata una giornata importante la giustizia continua ad apparire altra cosa.