Dal Pigneto lettera agli spacciatori: «Aiutaci a fermare questa schiavitù»

Fri, 12/12/2014 - 15:10
di
Giuseppe Cucinotta (da corriere.it)*

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ROMA – «Abbiamo rispetto per te che hai dovuto lasciare la tua terra, la tua famiglia, per cercare un destino migliore. Capiamo quanto sia duro e difficile cercare un futuro dignitoso in un paese straniero. Non abbiamo rispetto per chi ti sfrutta, per gli italiani e stranieri che si riempiono le tasche di soldi sulla tua e nostra pelle». Comprensione e rispetto, invece di «odio» e insulti. E’ questo l’incipit di una «lettera agli spacciatori» che il Comitato Abitanti del Pigneto ha deciso di tradurre in tre lingue (italiano, francese e arabo) e appendere, giovedì 11 dicembre, sui muri di tutta l’isola pedonale. Quello ai pusher, però, non è l’unico messaggio. I residenti hanno anche predisposto una lettera indirizzata agli acquirenti di sostanze stupefacenti, una diretta a Giuseppe Pignatone, Procuratore Capo della Repubblica di Roma e una rivolta al Prefetto. Un’azione «multicanale» che ha l’obiettivo di puntare il faro sul degrado che negli ultimi anni ha attraversato l’area.

Il messaggio ai pusher: è vostra schiavitù

Il messaggio agli spacciatori non tralascia le recenti vicende di cronaca: «Non abbiamo rispetto per i razzisti mafiosi che si arricchisco sulla pelle dei migranti e sul degrado della città. E’ il momento di dire basta: basta vendere marijuana, cocaina, eroina. Basta mancare di rispetto a te stesso e a noi. Allontanati da chi continua a farlo, non accettare i suoi soldi: sono il prezzo della tua schiavitù». Al posto dello scontro frontale i cittadini chiedono un’unione di intenti, una barricata comune contro il degrado: «Puoi scegliere se lottare insieme a noi per un Pigneto e una città accogliente e solidale o buttare via il tuo futuro». «La recente inchiesta Mafia Capitale permette di capire come i migranti siano usati dalle organizzazioni criminali per lucrare – spiega un abitante del quartiere -. E il mercato della droga resta una delle reti di sfruttamento principale».

La lettera ai «consumatori»: arricchite le mafie

Un’altra missiva è indirizzata agli acquirenti di sostanze stupefacenti che, in questi anni, hanno permesso al mercato illegale dell’isola pedonale di diventare uno dei più floridi in città. L’invito ai consumatori di marijuana è inequivocabile: «Piantala». «Sei venuto al Pigneto a comprare erba? I tuoi soldi arricchiscono le mafie, comprano la schiavitù dei ragazzi che spacciano. E’ ora che la coltivi a casa». Per i consumatori di droghe “pesanti”, invece, l’invito è di rivolgersi al Sert di zona. Anche in questo caso la parola chiave è «rispetto»: «Abbiate rispetto per il Pigneto e il Pigneto rispetterà voi».

La richiesta al Procuratore: indaghi sul racket

I cittadini si rivolgono anche al Procuratore Capo delle Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, per invitarlo ad aprire un’indagine sulla piazza dello spaccio dell’isola pedonale, anche sulla base di una dettagliata denuncia presentata un anno fa da 500 residenti: «Abbiamo chiesto indagini su un mercato troppo grande per poter essere unica responsabilità dei piccoli spacciatori che vediamo per strada. Abbiamo chiesto indagini su chi rifornisce e controlla le diverse bande del Pigneto, su chi insomma beneficia degli enormi profitti in nero derivanti da tale mercato». La mente corre ai disordini di Tor Sapienza e alla recente indagine Roma Capitale: «Il sospetto è che anche qui qualcuno voglia attizzare una guerra fra poveri, o i peggiori istinti razzisti, pur di non intaccare un potente giro d’affari, non arrivando mai così alla causa dei problemi. Chiediamo quindi a lei di prendersi la responsabilità di aprire finalmente un’indagine su ciò che accade realmente in questo quartiere».

Appello al prefetto di Roma: ci incontri

Il Comitato chiede anche un incontro immediato con il Prefetto, che, a febbraio 2014 di fronte a una delegazione di cittadini, si era impegnato a disporre misure di sicurezza straordinarie per contrastare lo spaccio. Interventi che secondo i cittadini sono stati soltanto occasionali e sporadici. «Tutti gli abitanti, i commercianti del Pigneto si domandano come mai avete abbandonato un quartiere culturalmente e commercialmente produttivo. Perché non si vuole mettere in campo gli interventi anche innovativi ed economici che abbiamo da tempo illustrato a Lei e alle autorità competenti?». Fra le soluzione prospettate in questo caso ci sono unità di strada per l’informazione, un sistema di assistenza sociale radicalizzato e la possibilità di varare un «cannabis social club». «Dai pusher non ci aspettiamo una risposta positiva, anzi probabilmente rideranno del nostro appello – dice una residente -. Così come ormai abbiamo perso fiducia nelle istituzioni. Forse, sollevando un tema importante come quello della legalizzazione, un riscontro positivo potremo averlo dai consumatori».

*Fonte articolo: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_dicembre_12/dal-pigneto-lette...