“Profugo” coatto dalla sua Bologna

Sun, 30/08/2015 - 16:21
di
Ernesto Milanesi (da il manifesto)*

Pubblichiamo di seguito l'articolo del manifesto ed espriamo la nostra totale solidarietà al compagno Gianmarco De Pieri del Tpo di Bologna per l'intollerabile atto repressivo subito. Le lotte non si arrestano. Gianmarco libero!

Spin­to­nato fuori: «pro­fugo» coatto dalla sua Bolo­gna. Il giu­dice Leti­zio Magliaro e il pm Anto­nello Gusta­pane appli­cano il codice Rocco: divieto di dimora.
Espulso dalla città, allon­ta­nato dalla fami­glia, pri­vato del lavoro per­ché il 18 giu­gno si era oppo­sto allo­sgom­bero della vil­letta Liberty in viale Aldini, di pro­prietà di Uni­fica Hol­ding.
Gian­marco De Pieri, atti­vi­sta sto­rico del Tpo, è diven­tato un «caso» giu­sto prima dell’inizio della lunga cam­pa­gna elet­to­rale. Il «buon­go­verno» for­mato Vir­gi­nio Merola sotto le Due Torri non pre­vede alter­na­tive, men che meno con­flitti.
Ma già ieri sera in piazza san Fran­ce­sco è arri­vata la prima rispo­sta: «A Gian­marco e a molti di noi viene impu­tata la resi­stenza al vile sgom­bero di Villa Ade­lante, dove per nove mesi tro­va­rono casa fami­glie, pen­sio­nati, gio­vani pre­cari e disoc­cu­pati che hanno deciso di non pie­garsi alla crisi» spiega chi ha orga­niz­zato la mani­fe­sta­zione.
Il divieto di dimora impe­di­sce a De Pieri di restare in città. Di con­se­guenza, non può più vivere a Bolo­gna con la com­pa­gna Glo­ria e il pic­colo Leo­nardo né pro­se­guire l’attività com­mer­ciale. Diventa, appunto, un «pro­fugo» ai con­fini del ter­ri­to­rio comu­nale. Una sorta di con­fino «demo­cra­tico», gra­zie alla nor­ma­tiva del ven­ten­nio. È un prov­ve­di­mento ben mirato, sull’onda dei fogli di via rispol­ve­rati a Tre­viso all’inizio dell’estate.

Gio­vanni Paglia, depu­tato di Sini­stra eco­lo­gia libertà, parla di insulto al buon senso: «Tutta la mia soli­da­rietà a Gian­marco De Pieri, cui è stato noti­fi­cato un divieto di dimora a Bolo­gna, per aver par­te­ci­pato al pre­si­dio con­tro lo sgom­bero della riap­pro­pria­zione abi­ta­tiva di Villa Ade­lante». E con­fessa can­di­da­mente: «Quel giorno avrei voluto e dovuto esserci anch’io e sol­tanto gli impe­gni par­la­men­tari me l’hanno impe­dito. Che Gian­marco non possa risie­dere a Bolo­gna è un’assurdità sotto ogni punto di vista, che solo una soprav­vi­venza del codice fasci­sta può moti­vare. A Bolo­gna la parola “lega­lità” sta diven­tando un insulto al buon senso».
Sin­te­tico quanto effi­cace il com­mento di Wu Ming 4: «Siamo di fronte ad un atto di sabo­tag­gio della vita di una per­sona». Il col­let­tivo di scrit­tori bolo­gnesi, per altro, si con­ferma la punta di dia­mante della resi­stenza non solo bolo­gnese. Il sito inter­net con­ti­nua a map­pare le fughe di Mat­teo Renzi, offre il rac­conto no bor­der delle Ven­ti­mi­glia d’Italia edo­cu­menta le Grandi Opere Dan­nose Inu­tili e Impo­ste.
Sulla stessa lun­ghezza d’onda la Fiom-Cgil. Il segre­ta­rio gene­rale dell’Emilia Roma­gna Bruno Papi­gnani esprime soli­da­rietà e vici­nanza: «Quella che va ad un amico e ad un com­pa­gno. A una per­sona libera che in que­sti 20 anni si è sem­pre bat­tuto alla luce del sole, anche quando le sue bat­ta­glie non sono state le stesse che abbiamo com­bat­tuto noi».
E Vale­rio Bondi, respon­sa­bile regio­nale dell’organizzazione Fiom, aggiunge: «Biso­gna ripri­sti­nare un ele­mento di senso di fronte a casi come que­sto e alla enor­mità delle con­se­guenze che sta gene­rando. Biso­gna cioè avere la forza di riba­dire che il con­flitto sociale pro­duce demo­cra­zia sostan­ziale, aiuta lo svi­luppo della città, rap­pre­senta e dà voce spesso a chi non c’è l’ha e non può essere trat­tato come un atto cri­mi­nale».
Torna così d’attualità il con­ve­gno «Diritto al dis­senso, azione giu­di­zia­ria, libertà di movi­mento» che a Padova aveva ospi­tato con­tri­buti e rela­zioni di Gio­vanni Palom­ba­rini, ex segre­ta­rio di Magi­stra­tura demo­cra­tica, del socio­logo Giu­seppe Mosconi, dell’avvocata Anna­ma­ria Albor­ghetti e di Luigi Man­coni, sena­tore del Pd.
«La faci­lità con cui si pro­cede all’irrogazione di misure discre­zio­nali con­tra per­so­nam come arre­sti pre­ven­tivi, obbli­ghi di firma, fogli di via, obbli­ghi di dimora, non può non inquie­tare. Que­sti prov­ve­di­menti dovreb­bero ser­vire nelle prime fasi dei pro­ce­di­menti lad­dove sus­si­ste il peri­colo di rei­te­ra­zione o di fuga. Il modo ed i tempi, invece, in cui ven­gono attuati sem­brano tesi a bloc­care chi sol­leva in prima per­sona istanze sociali gene­rando la paura della puni­zione inap­pel­la­bile» si segna­lava fin da marzo.
A Bolo­gna da ieri riparte la cam­pa­gna «Libertà di movi­mento», che non misura solo le for­za­ture della magi­stra­tura votata al codice Rocco. In gioco, c’è il futuro della città.

*Fonte: http://ilmanifesto.info/profugo-coatto-dalla-sua-bologna/