Storie precarie di una Giustizia precaria

Fri, 31/10/2014 - 11:02
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Un tirocinante precario

Il 29 Ottobre, mentre gli operai della AST di Terni venivano caricati a piazza Indipendenza, a Montecitorio era in corso un assedio sonoro dei tirocinanti/precari della giustizia. Chi sono questi questi lavoratori? Sono 2.924 lavoratori sparsi in tutta Italia, impiegati nelle cancellerie dei Tribunali per far partire il tanto annunciato processo telematico. Sono lavoratori di diverse età, da un lato il classico precariato post universitario inserito in corsi di formazione permanente, dall'altro lavoratori già espulsi dal mondo del lavoro, a cui è stato richiesto di ripensarsi e formarsi per nuovi impieghi. Tutto questo il Ministero della Giustizia lo ha normato ormai da due anni con un contratto di tirocinio, la nuova frontiera del precariato, 10 euro lorde a ora lavorata, senza contributi, ferie e permessi. Lavoro a cottimo, si sarebbe detto una volta.

L'Upg-FpCgil ha indetto questo assedio a Montecitorio perchè da Settembre ormai questi lavoratori stanno a casa, perché dei 15 milioni di euro stanziati per il 2014 finora il governo ha impiegato solo 7,5 milioni, l'altra metà dei fondi non si sa che fine abbia fatto. Inoltre nella bozza delle legge di stabilità, per il 2015, non ci sono fondi specifici per questi lavoratori precari che vorrebbero uscire da questa condizione di invisibilità.

Al momento il Governo ha previsto solo lo stanziamento di 50 milioni per un bando di concorso per mille posti di lavoro, come dire: ABBIA INIZIO LA GUERRA FRA POVERI. Il Governo Renzi, si trincera dicendo che dopo anni che non si fanno assunzioni, il fatto che si riaprano bandi per il pubblico impiego va salutato come una positiva novità. In realtà la positiva novità, cela la solita politica del metterci una pezza, rischiando tra l'altro di mandare in fumo milioni di euro di soldi pubblici già impiegati per la formazione di questi 2.924 precari. 1.000 nuovi posti di lavoro sono veramente poca cosa, a fronte di carenze di organico che si aggirano ormai intorno al 20%, circa 9.000 unità. E nel 2015 altri mille lavoratori andranno in pensione.

Ma questa lentezza della giustizia al momento chi la sta pagando? Chiaramente sempre le fasce più deboli. Purtroppo anche nella Giustizia, sopratutto quella lenta, solo chi dispone di una ottima condizione economica è in grado di avventurarsi nei meandri delle cancellerie italiane. Eppure in questi anni per la crisi economica che morde, molti sono stati i lavoratori a doversi rivolgere alla Giustizia civile, per i motivi più disparati: recupero fondi TFR, illegittimo licenziamento, mancati preavvisi, mancati pagamenti degli stipendi etc. Basti pensare che con la riforma Fornero, a Milano le cause di lavoro sono aumentate del 12%.
Chiaramente il Governo Renzi, per rimediare a questi intoppi, non pensa a far funzionare i Tribunali per far tutelare i diritti, li cancella direttamente, come fatto per l'art.18!

L'assedio sonoro del 29 ottobre, è stato solo un ulteriore passo di una mobilitazione che i tirocinanti/precari della giustizia stanno portando avanti da mesi. Le richieste non si limitano allo sblocco dei 7,5 milioni di euro già stanziati per il 2014, cosa assolutamente necessaria per far rientrare sui posti di lavoro questi lavoratori, si richiede lo stanziamento di almeno 50 milioni nella prossima legge finanziaria, per arrivare ad un contratto, attraverso selezioni pubbliche provinciali presso i centro per l'impiego, dove le competenze acquisite in questi anni vengano riconosciute.
Una soluzione che non si limita a dare una risposta al problema occupazionale specifico, ma che tenta anche di ridare un senso a quello che è rimasto nella amministrazioni pubbliche a servizio dei lavoratori: formazione e centri per l'impiego.

Per cui la mobilitazione proseguirà, nel mese di Novembre, in base anche a come andrà l'incontro il prossimo 4 Novembre al MEF, con il sottosegretario all'economia, Zanetti.

In questi giorni infatti sono in corso assemblee regionali dei coordinamenti dei precari/tirocinanti della giustizia in tutta Italia, proprio per decidere i prossimi passi.
BASTA LAVORO NERO, ORA LAVORO VERO, sarà lo slogan che i palazzi del potere continueranno a sentire per le nostre piazze!