Scritte sui muri di Roma il giorno dell'apertura del processo su Mafia Capitale

Thu, 05/11/2015 - 12:14

In occasione dell'apertura del processo “Mafia Capitale” sui muri di Roma sono apparse delle scritte davanti alle sedi di due cooperative che si occupano di accoglienza, in via Renzo da Ceri e in Via Pomona, e davanti all'ufficio immigrazione del comune di Roma. Queste recitano versi di De Andrè per ricordare a tutti quelli che in quel ”Mondo di mezzo” ci hanno sguazzato, che erano e restano, in maniera più o meno diretta, coinvolti allo stesso modo nello sfruttamento dei lavoratori e dei migranti. E che quando avviene che le persone sono considerate come merci, i profitti si rivelano per quello che sono: crimini contro l’intera società.
I cittadini e i lavoratori di questa città sono stufi di vedere denaro pubblico finire nelle casse delle cooperative che si arricchiscono sulla pelle di chi lavora e di chi vive nei centri, invece di essere usato per facilitare percorsi veri di inclusione e autonomia.
Le logiche del capitale non possono più essere il motore del settore sociale, la massimizzazione dei profitti non collima con il dare un servizio di qualità, gli appalti al ribasso e la localizzazione dei centri nelle estreme periferie e in situazioni di sottorganico lavorativo fanno si che questo sistema crei “mondi di mezzo”, fatti di marginalità e precariato.
Finchè questo sistema non cambierà continueranno ad apparire scritte e poesie sui muri di questa città, che da Pasquino ad oggi di malefatte ne ha viste tante, ma che continua a raccontarle e scriverle sui muri.