Miseria Ladra al fianco della Cooperativa RiMaflow

Tue, 02/12/2014 - 17:28
di
Giuseppe De Marzo*

Da circa due anni gli ex dipendenti rimasti senza lavoro della fabbrica Maflow, abbandonata dalla proprietà nella periferia di Milano, portano avanti un battaglia per riconquistare il lavoro, il reddito e la dignità. Hanno deciso di recuperare la fabbrica, come nell’esperienza dei lavoratori argentini delle fabbriche recuperate dopo il “default” del 2002. Mutualismo sociale, creatività e impegno come risposta alla crisi ed alla disperazione. Questa la risposta messa in campo a Trezzano sul Naviglio dagli ex lavoratori della Maflow, costituiti nella Cooperativa onlus RiMaflown e nell’associazione Occupy Maflow.

Diverse associazioni ed altre esperienze di mutualismo sociale hanno solidarizzato con la cooperativa dando vita in questi mesi ad una vera e propria Città dell’Altreconomia all’interno della fabbrica, fornendo servizi e sostegno ad altri soggetti vittime della crisi. Per il suo impegno per la giustizia sociale ed ambientale e per le pratiche di mutualismo messe in campo la RiMaflow è stata invitata qualche settimana fa all’incontro internazionale dei movimenti in Vaticano da Papa Francesco, dopo essere stata scelte tra le esperienze italiane più importanti in tal senso. “Nessuna famiglia senza casa, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessuna persona senza la dignità che da il lavoro. Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Qualsiasi padre e madre vogliono per i propri figli terra, casa e lavoro. Questi sono diritti sacri. Esigerli non è affatto strano”, queste le parole chiari e forti con cui Papa Francesco ha espresso il suo sostegno alle lotte dei movimenti popolari impegnati su questi obiettivi.

Ed è su questi obiettivi e con queste motivazioni che da alcuni mesi la cooperativa RiMaflow porta avanti un progetto molto ambizioso: tornare a produrre rispettando l’ambiente per stabilizzare 20 posti di lavoro. La RiMaflow qualche settimana fa ha aderito a Miseria Ladra ed ha promosso lo scorso 29 novembre un’assemblea pubblica con la campagna, alla quale erano presenti i rappresentanti delle realtà del sociale, della Camera del Lavoro di Milano, i sindaci delle amministrazioni locali, i parroci e le realtà del volontariato. Durante l’assemblea è stato presentato il progetto attraverso il quale rispondere alla crisi ed alla necessità di creare lavoro e reddito su un territorio in grossa difficoltà e con una presenza mafiosa tra le più alte d’Italia. Il progetto prevede la realizzazione di un Centro di Riuso Polifunzionale di Prossimità per materiali elettrici ed elettronici e beni dismissibili ma non ancora dismessi che possono prolungare il proprio ciclo di vita se utilizzati da altri. Le politiche dell’UE prevedono che entro il 2019 l’Italia dovrà raccogliere l’85% del totale di RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). I dati del 2012 parlano di un enorme ritardo, visto che solo il 20% dei RAEE viene inviato al recupero. Entro il 2016 l’Europa ha stabilito che bisognerà raccogliere 45 tonnellate di RAEE per ogni 100 tonnellate di nuovi apparecchi elettronici immessi sul mercato. Dal 2019 l’obiettivo sarà di 65 tonnellate ogni 100. Il progetto presentato dalla RiMaflow risponde alle sfide lanciate dall’Europa, prevedendo la raccolta di circa 15 tonnellate di materiali, ed ai bisogni del territorio e delle sue istituzioni locali stabilizzando 20 posti di lavoro.

Creazione di lavoro attraverso la ricerca della giustizia sociale ed ambientale come risposta per uscire dalla crisi, utilizzando metodologie che allargano la partecipazione e il mutualismo sociale. La partecipazione ed il protagonismo degli attori sociali e delle vittime della crisi, come nel caso dei lavoratori e delle famiglie della RiMaflow, rappresentano il vero elemento vincente di qualsiasi progetto che punti a creare lavoro e reddito in un momento così difficile per la nostra democrazia, messa in crisi dall’aumento smisurato della povertà e dalla perdita di fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Un progetto che ha allo stesso tempo il merito di essere “esportabile” anche in altri luoghi del paese in quei territori dove a causa della crisi falliscono imprese che lasciano migliaia di capannoni e fabbriche abbandonate, aumentando degrado e frustrazione sociale quando invece potrebbero essere utilizzate per generare nuove opportunità di lavoro e di welfare.


Sosteniamo subito l’acquisto del macchinario per il recupero dei bancali di legno

A sostegno del progetto, la Cooperativa RiMaflow insieme a Libera Lombardia e con la Cooperativa IES della Caritas, porta avanti il recupero dei bancali di legno. A tale scopo è necessario l’acquisto di un macchinario per produrre aria compressa del valore di circa 30 mila euro. È stata lanciata una campagna di crowdfunding per consentire entro la fine del mese di dicembre l’acquisto del macchinario. E’ importante impegnarci tutti e tutte per raggiungere il risultato previsto entro la fine di dicembre. Non si tratta solo di solidarietà, già di per se importante e sufficiente come motivazione, ma di sostenere e promuovere progetti efficaci e sostenibili socialmente ed ecologicamente, in grado di essere riprodotti in altri luoghi come risposte concrete alla crisi. Il progetto della RiMaflow presenta tutte queste caratteristiche ed ha l’enorme pregio di fondarsi sulla partecipazione ed il protagonismo delle vittime della crisi e sul perseguimento del bene comune e dell’interesse generale, in un momento in cui sembra prevalere la tentazione di affrontare la crisi comprimendo ulteriormente diritti e dignità.

E’ per questi motivi che vi chiediamo di sostenere e promuovere anche tra i vostri contatti concretamente la raccolta di fondi per acquistare il macchinario. Qui di seguito trovate la lettera con i riferimenti inviataci a nome della RiMaflow da Gigi Malabarba. Ci sono i link che possiamo mettere sui nostri siti e diffondere tra i nostri contatti, invitandoli ad inviare alla RiMflow un contributo economico a sostengo dell’acquisto del macchinario e del progetto.

Un gesto concreto per sostenere la speranza, perché come abbiamo sempre detto dalla crisi si esce insieme!

Grazie per quanto saprete fare.

Un caro saluto

Giuseppe De Marzo

*Coordinatore nazionale Miseria Ladra, Gruppo Abele/Libera

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Cari amici,

i soci della Cooperativa onlus RiMaflow e dell'Associazione Occupy Maflow, costituitesi all'indomani della chiusura della Maflow nel dicembre del 2012, sono impegnati in una difficile battaglia per la riconquista di un lavoro e di un reddito, e quindi anche della loro dignità, attraverso il recupero di una fabbrica abbandonata dalla proprietà nella periferia milanese.

Sono stati due anni di impegno volontario che hanno visto affiancarsi ai 20 ex dipendenti rimasti senza lavoro un altro centinaio di disoccupati e pensionati al minimo, con i quali è stato avviato un mercato dell'usato all'interno di uno dei quattro capannoni dello stabilimento. Attorno a quell'attività si è realizzato un piccolo servizio di bar-ristoro per i soci, una palestra popolare, un ostello per alcuni rifugiati in collaborazione con la parrocchia di Trezzano, un laboratorio per il riuso e riciclo di pc e materiali elettrici ed elettronici e un'attività di logistica per la distribuzione su 25 Gas di Milano dei prodotti biologici del Parco agricolo Sud Milano in collaborazione con il Desr, Distretto di economia solidale rurale. La vocazione della nostra attività economica è fortemente ecologista: rispondere a un bisogno di reddito rispondendo ai bisogni del territorio e della società.

In questo cammino abbiamo incontrato numerose associazioni di solidarietà e, in particolare, Libera Associazioni nomi e numeri contro le Mafie, che ha aperto la sua sede in una villa confiscata alla mafia proprio a poca distanza da RiMaflow, e che ha condiviso da subito con noi il progetto di autogestione e di mutuo soccorso che abbiamo avviato contando solo sul nostro lavoro volontario.

Insieme a Libera e alla Cooperativa IES della Caritas di don Massimo Mapelli è in atto un percorso per il recupero dei bancali di legno, ampliando l'attività già svolta da IES.

In attesa della regolarizzazione del rapporto con la proprietà dell'immobile nella forma di comodato d'uso, abbiamo oggi la necessità di acquistare una macchina per la produzione di aria compressa del valore di circa 30 mila euro: si tratta dell'infrastruttura indispensabile per poter attaccare i macchinari per la produzione, che è il cuore dell'attività di quella che abbiamo chiamato "Cittadella dell'altra economia". Ne abbiamo bisogno subito. Per questo abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding chiamata "RiMaflow vuole vivere" per il recupero di almeno 15mila euro entro Natale 2014.

Nel corso della presentazione in RiMaflow della Campagna "Miseria Ladra" lo scorso 29 novembre, promossa da Libera e dal Gruppo Abele, alla quale hanno partecipato sindaci e amministratori delle Giunte di Trezzano e di altri Comuni del territorio, i responsabili Giuseppe De Marzo e Davide Salluzzo,

insieme a don Massimo Mapelli e a don Franco Colombini hanno rivolto un appello al sostegno del nostro progetto.

Con questa nostra lettera vi chiediamo la possibilità di informare tutte le associazioni e le persone che partecipano a "Miseria Ladra" di questa nostra esigenza vitale, in modo di consentirci il raggiungimento dell'obiettivo indicato e se possibile anche di andare oltre lo stesso.

Infatti, in attesa della regolarizzazione (ma anche quando saremo in possesso della titolarità del luogo di produzione), è praticamente impossibile accedere a linee di credito tradizionali soprattutto in fase di avvio.

Vi ringraziamo in anticipo per tutto quello che potrete fare per RiMaflow.

Lavoro, reddito e dignità.

Gigi Malabarba

www.rimaflow.it