I precari della giustizia contestano Renzi a Bologna

Fri, 21/11/2014 - 16:10
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Un tirocinante precario

Dopo l'ultimo presidio nazionale del 29 ottobre, i precari della giustizia (in tutta Italia 2.800 cassintegrati, disoccupati e in mobilità, impiegati nei Tribunali con un contratto di tirocinio pari a 200 euro al mese) lo avevano promesso che il loro slogan BASTA LAVORO NERO ORA LAVORO VERO si sarebbe continuato a sentire per le piazze d'Italia.

Così nella serata del 20 Novembre, circa 200 precari dell'UPG hanno contestato Renzi a Bologna per la chiusura della campagna elettorale delle regionali dell'Emilia Romagna. Con loro in piazza, anche pezzi del sindacalismo conflittuale e reti sociali contro sgomberi e austerità.

La rabbia dei precari della giustizia sta ulteriormente montando da quando non sono stati sbloccati i secondi 7,5 milioni di euro previsti per quest'anno, per il loro lavoro nelle cancellerie. Già il 12 novembre, molti sono stati i presidi diffusi in tutta Italia, davanti prefetture e sedi del PD, per criticare le scelte del Governo Renzi.

La richiesta per il 2015 dell'Upg rimane sempre la stessa: riconoscere dopo quattro anni di servizio, le professionalità acquisite con un contratto attraverso selezioni pubbliche per titoli, presso i centri per l'impiego, come previsto dal testo unico del pubblico impiego.

Il Governo e il Ministero della Giustizia, invece per la prossima legge di stabilità non hanno previsto nessun fondo per questi lavoratori. Inoltre alle continue richieste di apertura di un tavolo di confronto, il Governo si è sempre dimostrato sordo.

Questa sordità, nella serata del 20 Novembre a Bologna si è dimostrata arroganza. Un Paladozza blindato ha accolto i precari della giustizia. Nessuna possibilità di poter confrontarsi col premier. Il segretario della Federazione del PD Bolognese, si è indignato perché secondo lui non si garantiva il normale afflusso alla kermesse elettorale. In realtà è stato lo stesso spiegamento di forze dell'ordine che ha intimorito chiunque si avvicinasse al palasport. Un doppia fila di celerini contornava l'ingresso, insieme a cani anti-sabotaggio.

A Bologna un cosa molto chiara si è capita. Su sordità e arroganza vuole continuare a muoversi questo Governo e non su giustizia e diritti per tutti. Ma le piazze, anche grazie alla spinta dello sciopero sociale del 14N, continuano a dimostrare che l'agenda politica di austerità di Renzi e co. non è quella del paese.
Inoltre che Renzi è sempre meno sereno.
La rabbia con cui ogni volta attacca chiunque lo contesti ne è un sintomo. Aveva detto che lui sarebbe stato tra la gente e avrebbe fatto della partecipazione un metodo di lavoro.
Oggi in realtà questo Governo parla solo con Confindustria e per parlare pubblicamente deve blindare le città dove va.

Il 26 Novembre prossimo, si dovrebbe arrivare alla votazione finale sul JobAct.
Per quella giornata i precari della giustizia saranno di nuovo in piazza con un presidio nazionale, a Montecitorio. Perché senza i diritti del mondo del lavoro, non cè giustizia!