Gli abitanti della casa del rifugiato convocano un'assemblea cittadina

Sat, 25/10/2014 - 19:06
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Gli e le abitanti della Casa del Rifugiato - Bari

Ieri abbiamo ricevuto l'ordinanza di sgombero da parte del Comune per l'evacuazione immediata della casa in cui viviamo da 8 mesi. Ci hanno informato che entro 10 giorni troveranno un luogo alternativo da proporci come riportato nell'ordinanza stessa. Oltre a questo non c'è stata data nessun'altra rassicurazione. Subito dopo ci siamo fermati in assemblea e abbiamo discusso e deciso quanto riportiamo:

- Finchè non ci sarà comunicata una proposta concreta da parte del comune come avvenuto per l'ordinanza, e non avremo l'opportunità di visionare l'alternativa, abbiamo deciso di rimanere nella Casa.

- Per noi fondamentale è conoscere i tempi di permanenza all'interno della nuova struttura. Quindi da subito vogliamo sapere se si tratterà di una soluzione temporanea o permanente, poiché molti di noi già hanno vissuto l'esperienza negativa degli Sprar, che hanno durata limitata.

- Importante per noi è anche la questione della gestione della convivenza. Trattandosi di seconda accoglienza non possiamo e non vogliamo vivere secondo le regole imposte nel Cara, poiché avendo già ricevuto il permesso di soggiorno, vogliamo usufruire delle nostre libertà.

Come già richiesto negli scorsi mesi alle istituzioni competenti, siamo ben disposti ad assumerci la responsabilità della gestione di una struttura pubblica abbandonata e in disuso, eventualmente da recuperare anche attraverso il nostro lavoro e le nostre competenze. Infatti in questi otto mesi all'interno della casa del rifugiato abbiamo dimostrato sia alle istituzioni, sia alla cittadinanza di poter adibire uno spazio pubblico ad abitazione dignitosa. Per noi la Casa del rifugiato non è un semplice dormitorio, bensì è un punto di riferimento per iniziare una nuova vita, per iniziare a lavorare e per potersi stabilizzare in città.

Ci dispiace fortemente per l'incendio appiccato all'interno della casa, tuttavia non ci sembra giusto che per un singolo episodio ad opera di un singolo individuo, venga messo in discussione tutto il percorso collettivo e pacifico che abbiamo portato avanti in questi difficili mesi. Non solo, nelle ultime due notti abbiamo subito dall'esterno delle intimidazioni da parte di persone ignote che hanno lanciato delle molotov contro il cancello principale della casa.

Alla luce di questi eventi, le cose sarebbero potute andare diversamente se le istituzioni invece di girare la testa davanti alla nostre richieste, avessero per lo meno garantito un minimo di sostegno. Ad esempio: bagni chimici, assistenza socio-sanitaria e supporto per il rinnovo dei documenti e il rilascio delle residenze.

Per condividere e raccontarvi quanto cista succedendo, il percorso che abbiamo fatto insieme e discutere gli sviluppi di questa vertenza, invitiamo tutte e tutti a partecipare ad una assemblea pubblica mercoledì 29 ottobre alle 17 nel chiostro della casa del rifugiato.