Pratiche solidali per liberarsi da muri e sfruttamento

Tue, 18/04/2017 - 15:37
di
Bread&Roses - Bari

NO CONFINI NO SFRUTTAMENTO - INCONTRO PUBBLICO A VILLA ROTH
Mercoledì 19 aprile ore 19 via Annibale Maria di Francia 17/B Bari

Su iniziativa dei migranti che vivono a Villa Roth, mercoledì 19 aprile incontreremo i lavoratori delle campagne del foggiano, protagonisti negli ultimi anni di una lunga e difficile vertenza per accedere ai documenti e a contratti regolari, al trasporto pubblico e ad un'abitazione dignitosa.

Dall'estate 2015 diverse sono state le azioni conflittuali e le pratiche solidali adottate per denunciare e sradicare dinamiche quotidiane di sfruttamento, disuguaglianza e ingiustizia. Un percorso costruito dal Comitato dei lavoratori delle campagne del foggiano fondato sull'autorganizzazione che dal principio abbiamo sostenuto insieme a tante altre associazioni, collettivi, singoli e singole che si battono per liberare l'Europa da muri, pregiudizi e discriminazioni.

Esperienze quotidiane di accoglienza dal basso e di riappropriazione a scopo abitativo, organizzazione di corsi di italiano per migranti, assistenza medica e sportelli legali, progetti di economie solidali attraverso produzioni a sfruttamento zero, sono le molteplici pratiche che ogni giorno portiamo avanti​ e sosteniamo insieme ad altre realtà cittadine. Pratiche concrete per riprenderci il diritto ad esistere, vivere e lavorare all'interno di una fortezza Europa che con le sue politiche sull'immigrazione va messa radicalmente in discussione. Mercoledì sarà un'altra occasione per continuare ad intrecciare il mutualismo con la lotta, perché per noi la solidarietà non ha confini.

Subito dopo l'incontro/assemblea si terrà una cena di autofinanziamento a sostegno della cassa di Mutuo soccorso di Sfruttazero per poter partecipare tutt* insieme alla manifestazione (il cui appello potete leggerlo qui in basso) che si terrà a Foggia lunedì 24 aprile.

APPELLO NO CONFINI NO SFRUTTAMENTO

12 novembre dello scorso anno migliaia di persone, immigrate e non, sono scese in corteo nelle strade di Roma. Unendo le numerose lotte che attraversano il paese, hanno rivendicato una mobilità libera da confini e sfruttamento, a partire da chi vive e lavora nei distretti agro-industriali di diverse parti d’Italia, ed è soggetto alle forme più brutali di precarizzazione, segregazione e violenza. In quella giornata di lotta è stata aperta un'interlocuzione con il Ministero dell'Interno, ma con l'arrivo del nuovo ministro, Marco Minniti, qualsiasi comunicazione è stata interrotta, nonostante le rinnovate pressioni messe in campo in diverse città d’Italia con una ulteriore giornata di mobilitazione lo scorso 6 febbraio. Di contro, si sta intensificando l'ondata securitaria e repressiva, che ha contribuito a un generale peggioramento delle condizioni di vita di molt*.

In provincia di Foggia e nella Piana di Gioia Tauro assistiamo alla creazione di veri e propri campi di lavoro come soluzione abitativa alternativa ai ghetti, istituendo un sistema di controllo totale sui lavoratori. Le deportazioni che hanno accompagnato lo sgombero del Gran Ghetto in provincia di Foggia, e che interesseranno altri insediamenti nei prossimi mesi, sono misure propagandistiche che contribuiscono ad intensificare la precarietà e lo sfruttamento di chi è costretto a lavorare e vivere nei distretti agro-industriali d'Italia. Le istituzioni si sono ancora una volta macchiate del sangue di due lavoratori, Mamadou e Nouhou, morti durante l'incendio che ha accompagnato lo sgombero. Controlli a tappeto, arresti e sanzioni si sono verificati in provincia di Foggia come nella Piana di Gioia Tauro e in molti altri luoghi, nei confronti di chi non è cittadin* europeo come di chi si ribella a questo sistema.

Per questo il prossimo 24 aprile, sostenendo l'appello di chi vive e lotta in provincia di Foggia, chiamiamo ad una mobilitazione nazionale in risposta alla stretta repressiva e mortifera del governo, per ribadire ancora una volta il necessario e totale smantellamento dell'attuale dispositivo che regola la mobilità delle persone, immigrate e non - un dispositivo che tenta di dividerci e indebolirci. Saremo in piazza a Foggia per dare una risposta determinata e compatta agli ultimi, gravissimi episodi di repressione e violenza istituzionale abbattutisi su questo territorio e chi ci vive, per rafforzare e sostenere le mobilitazioni costruite in questi mesi e per opporsi ad ogni ipotesi di nuovi sgomberi in assenza di reali alternative. Facciamo appello a tutte le realtà politiche e sociali, i militanti di base, le organizzazioni sindacali, i solidali alle lotte e a chi viene colpito dalla repressione, di costruire una grande giornata di lotta, perché ciò che accade a Foggia è parte di una stretta generale, a cui reagiremo unit* ovunque sarà necessario.

Vogliamo documenti per tutte e tutti!
Vogliamo l'applicazione dei contratti in agricoltura!
No alla repressione, agli sgomberi e alle deportazioni!
No ai campi di lavoro, case per tutt*!

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Da mare viene, da mare va | Liberazione dai muri della Fortezza Europa
Martedì 25 aprile, ore 18.30
al Bread&Roses


// Presentazione del libretto illustrato "Ndimbeulanté - storie di amicizia, amore, e matrimoni antirazzisti tra l’Italia e il Senegal in Europa”
// Racconti ed esperienze delle pratiche di mutuo soccorso e dell'accoglienza dal basso a Marsiglia con il Collectif Soutien Migrants 13 / El Manba e a Bari
// Proiezione del documentario "Per un uso sproporzionato della forza” autoprodotto dal Presidio Permanente No Borders Ventimiglia
// Cena senegalese

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Un 25 Aprile che sappia e voglia guardare alla storia di oggi, a quella fatta dalle migrazioni, dagli incontri e dalle connessioni che generano all’interno della Fortezza Europa.
Un 25 Aprile che sappia parlarci ancora di Liberazione.

Questa giornata nasce dalla voglia di condividere delle esperienze diverse ma connesse che ruotano intorno ai molteplici aspetti legati alla migrazione nei contesti geografici e politici italiano e francese: il matrimonio come strumento politico-affettivo per «riprendersi il diritto di esistere nell’istituzione europea» e la riappropriazione di un’unione di tipo tradizionale in una prospettiva femminista, antirazzista e decoloniale raccontati in “Ndimbeulanté” che è al contempo una traccia intima e una guida pratica, il personale che diviene politico; i collettivi di supporto ai/lle migranti che passano e/o si stabiliscono a Marsiglia; le forme di accoglienza dal basso nella città di Bari per i/le migranti che arrivano per la prima volta sul territorio europeo, dalla fase di recupero dei profughi siriani e afgani sulle coste greche al lavoro nelle campagne pugliesi.

Dakar, Coky Gouye, Parigi, Marsiglia, Pordenone, Bari…

Punti che disegnano una mappa geografica umana e politica fatta di reti di mutuo soccorso e solidarietà, di affetti,di percorsi creativi e processi di cambiamento personali e collettivi, che si inserisce, attraversandola e tagliandola, in una mappa politica e burocratica che invece ci parla di confini e fortezze.

Come agire e quali pratiche adottare per fare scacco alle dinamiche di sfruttamento, disuguaglianza e ingiustizia su cui si reggono le relazioni tra Europa e Africa, per esempio? Come costruire delle relazioni che non siano più radicate nel colonialismo? In che modo queste relazioni ci permettono di crescere e quali valori vogliamo condividere insieme?

Vogliamo partire dal sé, dalle storie personali per dar voce ad una storia collettiva, quella fatta dalle tante storie di migrazione - all’interno dell’Europa e dall’Africa all’Europa. Storie che agiscono tra le contraddizioni e il conflitto con le istituzioni, l’accesso alla mobilità, le politiche delle frontiere da un lato e le pratiche solidali dal basso dall’altro.

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Il "Collectif Soutien Migrants 13/El Manba" è un collettivo nato per organizzarsi nel quotidiano con i migranti che passano e/o si stabiliscono a Marsiglia.
Gli individui che ne fanno parte sostengono la libertà di circolazione e la solidarietà come pratiche che, criminalizzate dallo Stato e dalle istituzioni, si devono d'esser rivendicate nella lotta alle diseguaglianze. Alla base dell'incontro tra le persone impegnate nelle azioni del Manba (in sudanese "la fonte, la risorsa"), vi è il rifiuto di distinguere il migrante politico da quello economico e la volontà di puntare il dito contro gli stati dell'Unione Europea che, responsabili delle condizioni di vita dei paesi d'origine, rifiutano la libertà di movimento dei migranti, ripiegandosi nei loro e nostri territori, sempre più marchiati dal razzismo e dall'ingiustizia.