La laicità è la religione fondamentalista della Francia

Tue, 30/08/2016 - 10:46
di
Sara Farris*

La scioccante immagine in cui quattro poliziotti forzano una donna musulmana a spogliarsi su una spiaggia affollata a Nizza è, in questi ultimi giorni, diventata virale. Questa immagine dimostra, come ha giustamente puntualizzato Mousab Younis, l’assoluto razzismo dietro l’affermazione di voler difendere la laicità dello stato francese. Inoltre, mostra il livello di violenza che lo stato francese è in grado di esercitare sulle donne musulmane mentre, dall’altra parte, asserisce la sua volontà di salvarle dalla violenza insita nella loro religione. E’ stato scritto molto sull’umiliazione a cui è stata costretta questa donna, sull’assurdità dell’affermare che un corpo femminile mezzo nudo – in un mondo di corpi femminili mercificati – sia più emancipato di quello completamente coperto, e sull’appoggio coloniale che, storicamente, il governo francese ha mostrato per forzare le donne musulmane a svelarsi.
Qui vorrei riflettere su un fatto, che è diventato ovvio per chiunque segua la frenesia francese in merito alla laicità (particolarmente vis-à-vis con la popolazione femminile e musulmana nel paese).

La lacitià francese è la religione fondamentalista di Francia.
Il sociologo Max Weber, notoriamente definì la religione come un sistema di credenze avente Dio, o un potere supremo, come suo principio organizzatore che motivasse le sue e i suoi membri ad agire in accordo con il sistema stesso, supportandolo con zelante devozione.
Weber inoltre offrì due definizioni per “setta” e “chiesa”.
“Una 'setta', nel senso sociologico del termine”, scrive, “ è una associazione esclusiva di religiosi virtuosi o di persone religiose specialmente qualificate, reclutate attraverso l’ammissione individuale dopo l'istituzione delle qualifiche necessarie. Al contrario, una 'chiesa', come sede universale della salvezza delle masse, afferma, come lo Stato, che tutte e tutti, anche l’ultima bambina o l’ultimo bambino dell’ultima o ultimo membro, vi appartengono per nascita”.

Se proviamo ad applicare la definizione di Weber di religione e chiesa alla laicità francese, noteremo che questa passerà il test meravigliosamente. La Laïcité non è l’assenza di un sistema di credenze, ma semmai è la credenza che Dio non esista e che le altre credenze debbano essere o proibite o ignorate. La Laïcité trova il suo più alto potere nella Repubblica. Così come la religione offre alle sue e ai suoi membri una serie di valori o di linee guida per ogni azione, così la laicità francese domanda fedeltà ai suoi valori e domanda di rispettarne i suoi precetti alle cittadine e ai cittadini della Repubblica. Inoltre, come una chiesa, la laicità e lo stato francese sono basate sul principio universale che nomina citoyens tutti coloro nati da genitori francesi o su suolo francese (jus soli).
E proprio come una chiesa, la laicità francese perseguita ed esclude le eretiche e gli eretici, o coloro che non ne seguono le regole. La Laïcité inoltre, è la religione dominante di Francia. E non è affatto tollerante. Dal momento che musulmane e musulmani sono anche cittadine e cittadini francesi, queste e questi allora devono seguire la religione dominante. Fallire in questo, mantenendo un’altra religione e i suoi rituali è un atto punito con disciplina.

Quello che osserviamo tutti i giorni in Francia è la stigmatizzazione e l’oppressione della religione dominante (la Laïcité) contro la religione di minoranza (l’Islam). Quando alle donne musulmane è stato richiesto di togliersi il velo nelle scuole pubbliche, il burqa negli spazi pubblici, o il burkini sulla spiaggia, non si è trattato di una richiesta volta a rispettare uno spazio libero dalle religioni, ma un'ingiunzione per conformarle ai valori della religione dominante.

Di conseguenza, quando vediamo donne velate venir condannate per aver rifiutato di nuotare mezze nude, non stiamo assistendo ad un confronto tra la laicità e l’intolleranza religiosa musulmana – come lo Stato francese vorrebbe farci credere – ma di fronte ad un brutale assalto portato avanti dalla religione dominante contro le donne che professano la religione di minoranza.

Segregate nei ghetti urbani, discriminate quando cercano lavoro, disoccupate, obbligate a rimuovere i loro capi religiosi e ridicolizzate dai media, le donne musulmane di Francia sono vittime di una persecuzione religiosa portata avanti nel nome della laicità.

Se immaginiamo un futuro senza fondamentalismi di alcun tipo, allora abbiamo l’obbligo di comprendere che siamo nel mezzo di un conflitto religioso ma anche sociale, in cui lo stato francese agisce come garante della Laïcité che, come religione dominante, ha le sue tendenze fondamentaliste.

*fonte articolo originale: http://www.versobooks.com/blogs/2817-secularism-is-the-fundamentalist-re...
traduzione di Laura Fontanella

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Nota della traduttrice:
Sara Farris scrive in inglese, una lingua genderless, cioè che non declina nomi e aggettivi al femminile o al maschile. L’italiano, invece, declina eccome. Laddove ho incontrato termini come members, child, citizens, heretics, ho scelto di non tradurli con il maschile generico plurale ma ho scelto di abbinare ambo i plurali, anteponendo quello femminile a quello maschile, cercando di rompere con la secolare tradizione la quale specifica che nelle coppie oppositive il maschile venga sempre prima del suo equivalente femminile.
La parola members, in particolare nel tempo ha subito uno slittamento semantico. In passato il plurale femminile esisteva ed era membra che, come sappiamo, oggi si riferisce però agli arti superiori ed inferiori.
Per non far perdere la lettrice e il lettore nel testo, ho lasciato il termine membri, al maschile plurale solo per via di questo cambiamento di significato ma ho anteposto l’aggettivo possessivo femminile per marcare la presenza femminile nella frase.
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