Roma, al liceo Amaldi nasce lo sciopero per la solidarietà: "Oggi niente lezioni, parliamo dei nostri migranti"

Tue, 29/01/2019 - 14:08
di
Arianna Di Cori*

Mercoledì due ore di didattica dell'istituto romano saranno dedicate alle crisi umanitarie in Italia dopo il decreto Sicurezza. Studenti e prof insieme: "Si può continuare la routine in classe di fronte a quanto accade nel nostro paese?"

Quarantotto ore. Le stesse che sono state date di preavviso allo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto. Quarantotto ore per far nascere, da una buona idea, uno tsunami di riflessione, solidarietà, e soprattutto speranza. Che, sostengono i promotori, si sta diffondendo in tante scuole d'Italia.

Tutto inizia alle 9:30 di venerdì, quando undici professori, tra cui Danilo Corradi, professore di storia della filosofia dell'Istituto d'istruzione superiore Edoardo Amaldi di Tor Bella Monaca - scientifico, linguistico e classico, il più grande liceo di Roma, 2000 iscritti - raccolgono le richieste di molti studenti di confrontrarsi sulle emergenze umanitarie e manda un messaggio via Whatsapp alla chat dei docenti.

E per dare ragione ai ragazzi propongono uno "sciopero alla rovescia": fermare per due ore, mercoledì 30 gennaio, la normale didattica nel liceo per "ragionare e riflettere insieme agli studenti di quanto sta accadendo, leggere i giornali, apprendere e commentare il dibattito di queste tragiche giornate".

"Siamo scossi e preoccupati - si legge nel messaggio - ancora migranti costretti a restare in nave dopo un tragico viaggio, centinaia di morti nel Mediterraneo, mentre a Castelnuovo di Porto si consuma una delle pagine più buie della nostra storia recente.Richiedenti asilo o migranti con protezione umanitaria sgomberati con l'esercito da un Cara con un preavviso di 48 ore, alcuni finiti in strada per effetto del nuovo decreto sicurezza, altri trasferiti di forza, costretti ad abbandonare il luogo che li aveva accolti, persone ancora una volta sradicate, bambini strappati alle loro classi, persone malate allontanate dai loro luoghi di cura. Si può continuare nella nostra routine didattica di fronte a quanto sta accadendo?".

L'appello di Corradi raccoglie quasi immediatamente l'adesione di 100 professori della scuola, di "diverse estrazioni sociali e credi politici" e dei 4 rappresentanti d'istituto. "In questa scuola ci sono 250 studenti che non hanno il passaporto italiano, e un grande numero di italiani di seconda generazione. È un tema molto sentito. L'esigenza di aprire un dibattito è partita in primo luogo dai nostri ragazzi. Non è pensabile continuare a fare 2+2=4 mentre in Italia si mettono in discussione i diritti umani", continua il professore.

Rapidamente, condivisione dopo condivisione, dal liceo Amaldi il messaggio comincia a circolare sui telefonini di altri docenti e studenti. "Stanno arrivando adesioni di insegnanti di molte altre scuole - continua Corradi sgomento dal successo di quella che nasceva come un'iniziativa a carattere locale - ci risulta che al liceo Orazio ci sia un grande consenso, ci hanno chiamato i genitori dell'Istituto Di Donato che vorrebbero proporre lo sciopero anche nella loro scuola, così come il liceo Cicerone e il Buonarroti di Frascati. Sono stato contattato dalla coordinatrice di Roma dell'Unione degli Studenti e dai collettivi studenteschi dei licei Kant e Virgilio. Ma non solo, ci hanno anche chiamati scuole di comuni piemontesi".

A far nascere l'idea del particolare sciopero al professore sono state le lezioni, portate avanti soprattutto la scorsa settimana, in vista della Giornata della Memoria di oggi. "Quando parliamo di Olocausto sono gli studenti a domandare qual è la relazione di questi eventi drammatici con il presente - spiega - vedere un esercito che divide uomini, donne e bambini per identificarli, che decide di spostare le persone contro la loro volontà, allontanando studenti dalle scuole senza nemmeno dare il tempo agli insegnanti di salutarli sono circostanze che, seppure non plasticamente paragonabili a quello che è successo durante la persecuzione degli ebrei, sono lo specchio di una logica che rischia di produrre lacerazioni profonde".

Lo scopo è rompere le dinamiche di impotenza che generano immobilismo e far riflettere sul "paradosso di un Governo che da un lato impone argomenti legati alla Costituzione e alla cittadinanza nei temi di maturità, dall'altra non rispetta i diritti umani", allo stesso tempo generando un confronto fecondo.

"Sono sicuro che la nostra iniziativa verrà strumentalizzata dal Governo come un modo di fare 'propaganda di ideali di sinistra - conclude il professore - ma a queste illazioni noi rispondiamo che anche l'indifferenza rispetto a quello che succede oggi è fare politica. E sarà anche difficile additarci come una combriccola di radical-chic. Noi stiamo a Torbella, stavolta cascano male".

*Fonte: https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/01/27/news/scuola_sciopero_per_l...