Salerno, "Giù le mani dal porticciolo"

Thu, 13/02/2014 - 12:09
di
Spazio RiffRaff - Salerno

Dopo un ventennio di amministrazioni di Centrosinistra la città di Salerno ha accumulato una serie di problemi gravi che hanno peggiorato la qualità della vita e impoverito il tessuto sociale. In questo periodo la popolazione ha perso 20.000 residenti ma molti di più sono i salernitani, quelli non coinvolti nel pur ampio sistema clientelare che fornisce welfare distorto o legato alla criminalità organizzata, che hanno abbandonato la città per cercare lavoro e opportunità altrove. Chi è rimasto assiste per lo più inerme al definitivo saccheggio del territorio. Il Comune ha accumulato circa 400 milioni di buco di bilancio e cerca disperatamente di fare cassa attraverso la svendita di ogni residua risorsa pubblica e di ogni angolo di suolo vendibile. È stata messa all'asta la Centrale del Latte, l'unica azienda di proprietà del comune a fare ancora utili, ma è solo una goccia nel mare del deficit pubblico e non servirà a molto. Le grandi opere come il Crescent, l'Hotel Salerno e la Cittadella Giudiziaria hanno deturpato la forma urbanistica del centro città mentre sul litorale, in luogo di una necessaria riqualificazione delle spiagge e del mare inquinato, si vende agli imprenditori privati ogni metro quadro disponibile per costruire improbabili nuovi porti e posti barca che rimangono vuoti considerata la crisi del settore. Anche nel popolare e densamente abitato quartiere di Pastena, sul lungomare, è prevista la costruzione di un porto privato che prenderà il posto dello storico Porticciolo. Il Comitato “Giù le mani dal Porticciolo” sta cercando di fermare questa ulteriore opera di speculazione finanziaria e devastazione ambientale. Abbiamo intervistato Chiara Brancaccio del Comitato ponendole alcune domande.

Quando e come è nata l'attività del Comitato "Giù le mani dal Porticciolo"?
Il comitato è nato nel Settembre 2012, da una spontanea aggregazione di giovani amanti del porticciolo in seguito all'approvazione del progetto definito “Porto di Pastena”. Siamo fermamente convinti dell'inutilità della costruzione di un ennesimo porto a Salerno, nonchè dell'enorme valore del Porticciolo di Pastena, piccolo borgo marinaro, importante valvola di sfogo per il sovraffollato quartiere e fulcro di socialità e di conservazione della cultura salernitana.

Quali sono le caratteristiche del progetto del nuovo Porto a Pastena verso cui muovete le vostre critiche e contro cui vi siete mobilitati?
Partiamo dal presupposto che non serve assolutamente un altro porto. Inoltre il progetto prevede un investimento totalmente privato, su un'area attualmente di fruizione ed utilità pubblica. Gli spazi pubblici previsti dal progetto sono limitati, e ben lontani dall'uso storico fatto dalla popolazione. Lì dove attualmente ci sono una piazza panoramica a mare, barche di pescatori e ben 5 spiaggette verranno ipoteticamente costruiti un'enorme piazza con centro commerciale, residence, piscina a pagamento di acqua di mare depurata, 1095 parcheggi ( tra box auto e parcheggi a spina di pesce a pagamento) con la conseguente totale cementificazione degli attuali 700 m di costa, per un totale di 19.000 m2 di suolo consumato. Tutta l'area demaniale minacciata dal progetto è stata concessa a titolo gratuito per 80 anni alla società investitrice Fintur, con la scusa che il progetto fosse di utilità pubblica. Tale porto, sarebbe un porto turistico; Salerno possiede già un porto turistico, in cui l'offerta di posti barca supera ampiamente la domanda. Inoltre siamo consapevoli del fatto che questo tipo di progetti non permettono alcuno sviluppo economico, ed, al contrario, auspichiamo un turismo diverso e sostenibile, convinti che la conservazione delle peculiarità di una città siano più attraenti di un porto turistico preconfezionato. Ed ancora, sulla costa dove attualmente c'è il porticciolo, vige un vincolo paesaggistico dal 1957; tale vincolo tutela la bellezza del panorama ammirabile dal Porticciolo, che spazia dalla costiera cilentana alla costiera amalfitana. La soprintendenza ha permesso che si scavalcasse questo vincolo, approvando il progetto, e acconsentendo alla costruzione di un porto dal quale non sarà possibile ammirare più il paesaggio tutelato dal vincolo. Con questo progetto sarebbe cancellato uno degli ultimi luoghi di socialità di quartiere, nonchè eliminate le spiagge pubbliche, vissute dalle famiglie del quartiere durante la stagione balneare e non. Rimarrebbe solo qualche lido a pagamento tra un porto e l'altro. Riteniamo inoltre che la partecipazione delle popolazioni locali sia elemento prioritario delle trasformazioni urbanistiche della città. Gli abitanti di Pastena non sono nè stati coinvolti in fase decisionale del progetto, nè sono stati informati sui cambiamenti che sarebbero avvenuti sotto casa loro.

Il Comitato è riuscito ad aggregare e sensibilizzare nella protesta il quartiere e la città? Quali iniziative hanno contribuito a questa presa di coscienza?
Il modus operandi del comitato è stato da subito quello di stare in campo, di sporcarsi le mani. Passaggio prioritario è stato informare. Formalmente il progetto è stato presentato come una riqualificazione del porticciolo, in molti erano convinti che ci sarebbero stati semplicemente degli interventi di manutenzione non di certo l'eliminazione del borgo marinaro.
Le nostre attività sono state organizzate sul porticciolo stesso, a stretto contatto con la gente del luogo, favoriti dal fatto che molti di noi sono del quartiere Pastena, e di conseguenza, già integrati in quel tessuto sociale. In qualche modo abbiamo cercato di rimediare alle mancanze comunali nella normale manutenzione del posto, convinti che la cosa fondamentale fosse impedirne la desertificazione e il suo degrado. Le grandi opere vengono presentate come tali solo dopo aver creato volontariamente degrado, lasciando i posti nell'incuria. Noi non abbiamo permesso che il porticciolo cadesse nell'incuria, favorendo così il suo ripopolamento e il suo abbellimento. Le attività in oltre un anno sono state molteplici: intrattenimento dei bambini del quartiere, ristrutturazione del luogo tramite ripresa dei muri, su uno dei quali è stato fatto un dipinto da due giovani artisti salernitani, una mostra d'arte, un concorso fotografico, feste di autofinanziamento con musica e cibo autoprodotto che ci hanno permesso di pagare le spese per un ricorso al Presidente della Repubblica, una settimana di tornei per grandi e piccini, con la partecipazione di squadre di rugby da tutta Italia, molteplici pulizie delle spiagge, karaoke, brindisi di capodanno, presentazione del libro "A sarà düra! " e conseguente dibattito con i ragazzi NOTAV, incontro dibattito con i No Muos, svariate assemblee pubbliche, dibattiti con le altre realtà in lotta per difendere le coste italiane, tra cui il Bilancione di Fiumicino. Dopo un anno diciamo che la maggior parte del quartiere quanto meno è informata sulla minaccia che incombe, e sono davvero poche le persone favorevoli al progetto. Proprio adesso sta iniziando una seconda fase della mobilitazione in cui provvederemo ad informare meglio e pienamente anche il resto della città. In ogni caso le nostre attività vedono sempre la collaborazione di alcuni pescatori, abitanti, frequentatori e bambini del luogo. Inoltre, a seguito del fermento del nostro comitato è sorto anche un Comitato dei Residenti del Porticciolo, indice di un alto coinvolgimento locale.

Oltre alla lotta contro la cementificazione il Comitato ha praticato un'opera di riqualificazione del Porticciolo. In che forma pensi si possa migliorare la qualità della vita degli abitanti del quartiere?
Gli abitanti sanno benissimo come migliorare la loro vita, quindi le amministrazioni comunali dovrebbero semplicemente farsi carico di ascoltare maggiormente le esigenze delle popolazioni locali. Durante tutto questo tempo abbiamo parlato con le persone proprio per capire come migliorare il porticciolo in accordo con le loro esigenze. Abbiamo anche creato dei questionari per fare un'indagine sul quartiere. Bisognerebbe mantenere sicuramente le spiagge pulite ed usufruibili da tutti, smettendo di costruire ancora in un quartiere già congestionato, garantendo la normale manutenzione di posti che gli abitanti amano. Siamo gente di mare, abbiamo bisogno del mare per il nostro benessere. La conservazione del Porticciolo è indispensabile anche perchè Pastena non ha luoghi di aggregazione e di svago usufruibili; la piazza del quartiere è al centro di una delle strade più trafficate, senza un pò di verde ne un area dove i bambini possano giocare; il Porticciolo è forse l'unico luogo di Pastena rimasto per trovare un pò di pace dal caos cittadino, e per incontrarsi e vivere la socialità.

Quali sono state le connessioni con le altre lotte ambientali e con gli altri comitati? Che importanza hanno avuto questi incontri con altre realtà di movimento?
A livello locale collaboriamo con tutte le altre realtà in lotta su vari fronti. Inoltre stiamo cercando di creare una rete con le realtà costiere in lotta. Memorabile momento è stato il confronto con i NOTAV, che ci ha permesso di conoscere meglio la loro battaglia, assimilandone alcuni aspetti. Il contatto costante con le altre realtà permette di migliorarci nonchè di darci fiducia, è importante sapere di non essere soli.

Qual è stata la tua esperienza personale all'interno del Comitato? In che misura questa lotta è stata significativa nella tua esperienza di vita?
Questa lotta è stata estremamente significativa, anche perché intrapresa in un momento di sfiducia. Mi ha dato la possibilità di capire che uniti i risultati si ottengono, e che l'autogestione può permettere ad una comunità di sopperire alle mancanze delle amministrazioni. Inoltre, mi ha permesso di avvicinarmi a persone di estrazione sociale svariata, migliorando sicuramente il mio essere. La presenza del nostro comitato infatti ha in qualche modo permesso la coesione di diverse persone, permettendo così di togliere un pò di monotonia dalla nostre vita. É stimolante il confronto...

Come vedi la vicenda del Porto di Pastena e della vostra opposizione alla distruzione del Porticciolo rispetto al futuro di Salerno e alle altre situazioni critiche presenti in città come la costruzione del Crescent e il grave deficit di bilancio del Comune?
Il Porticciolo è stato elevato a simbolo di una speculazione che si estende un pò in tutta la città. Purtroppo il PUC del 2005 di Salerno è davvero scandaloso e megalomane, da qui l'esigenza di opporsi. La questione del Crescent tutto sommato non è molto lontana da quella del Porto di Pastena: cancellazione di spiagge e di tradizioni storiche, consumo eccessivo di suolo, considerando che entrambe le opere sono costruite in buona parte sul mare. Il deficit del Comune è dovuto proprio ad investimenti eccessivi in grandi opere, mai completate, che seppure fossero state completate, non avrebbero portato alcuna ricchezza alla città, perchè pensate secondo canoni sbagliati. Salerno è una città modesta, posta al centro di due tra le coste più belle d'Italia, le occorrerebbero piccole opere con elevata funzionalità, non grandi opere prive di senso... l'amministrazione deluchiana ha fatto di tutto per convincere i salernitani del fatto che la città fosse bisognosa di grandi opere, quando così non è.

Come pensi che debba procedere la lotta contro questa devastazione ambientale e quali sono le prossime mosse che secondo te dovrebbe fare il movimento per fermare questa speculazione?
L'importante è rimanere sempre vigili e non arrendersi. Siamo solo in una primissima fase della nostra lotta: appena scadranno tutte le autorizzazioni che permettono da un momento all'altro la cantierizzazione del porticciolo, passeremo ad una seconda fase ben più complessa, ossia la sua riqualificazione. Abbiamo quasi ultimato un progetto alternativo messo su da un giovane architetto salernitano, sotto strettissime direttive delle popolazioni locali. Una volta cessata la minaccia del Porto, dovremmo capire come attuarlo, pretendendo l'intervento comunale, o inventandoci un autofinanziamento. Vorremmo anche cercare di migliorare la maniera in cui attualmente è gestito il Porticciolo. La maggior parte dei pescatori è socia di una cooperativa ma la dirigenza è in parte collegata all'amministrazione e riteniamo il suo operato non sempre efficace, anche perchè i pescatori non partecipano attivamente alla gestione. Insomma la nostra massima aspirazione è rendere vivibile realmente per tutti il Porticciolo.