La gestione criminale dei rifiuti non si ferma. Noi neanche

Sat, 15/02/2014 - 16:09
di
Ops - Castelli Romani

Mesi fa, ad ottobre, durante l’ultimo corteo No inc ad Albano scrivemmo sui nostri volantini e locandine PUZZACHEACCORA.
Dopo pochi mesi sentiamo questa puzza farsi più forte e oggi, anche chi ancora aveva qualche dubbio, la comincia a sentire. Inquinamento, corruzione, ruberie. Cerroni finalmente viene riconosciuto a capo di una cupola, insieme ai fedelissimi Rando, Fegatelli, Giovi, rei di aver costituito una associazione a delinquere per traffico di rifiuti.

I sequestri ammontano a 18 milioni di beni e riguardano anche la Pontina ambiente, società che conosciamo bene perchè gestisce la discarica di Roncigliano ed era pronta a gestire l’inceneritore di Albano che questi signori volevano costruire. Nell’inchiesta risulta tra gli arrestati anche Pino Sicignano, responsabile della gestione della discarica di Roncigliano. Inoltre risulta indagato l’ex governatore Marrazzo.
Sotto accusa c’è l’emanazione di un’ordinanza del 22 ottobre 2008 con cui si ordinava alla Coema di avviare le attività per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione di Albano Laziale, ordinanza illegittima in quanto il Commissario Straordinario aveva cessato i suoi poteri il 30 giugno di quell’anno e il presidente della Regione, che emanò formalmente quell’ordinanza, era pertanto divenuto incompetente.
Tanti di noi dal 2007 hanno denunciato una gestione mafiosa dei rifiuti, i tanti soldi pubblici rubati con bollette altissime, i danni alle falde acquifere, i danni che provocherebbe un inceneritore sia per la salute che per l’economia (400 milioni di euro di fondi pubblici sono ancora in ballo).
Eppure spesso ci siamo visti criminalizzare, subire perquisizioni all’alba, denunce, multe di ogni genere, intimidazioni poliziesche, arresti.

Per questo crediamo che se oggi il pentolone si inizia ad aprire è solo grazie ad una consapevolezza popolare che man mano è andata crescendo sul nostro territorio sul tema rifiuti. Questa consapevolezza deve crescere e saper richiedere un risarcimento per i torti e i danni subiti. Altrimenti chi pagherebbe per bonificare le falde inquinate, ad esempio? Non vorremmo che quest’inchiesta cada nel dimenticatoio come tante altre.
Oggi è solo l’inizio di un nuovo capitolo di una lotta. Lotta che non si fermerà fino a quando la discarica di Albano non verrà chiusa e bonificata, smettendo di ricevere rifiuti da Roma; fino a quando a Malagrotta non si smetterà di parlare di apertura di nuove linee di incenerimento e fino a quando non si metterà fine agli impianti a biogas, ultima trovata nell’ambito della speculazione e devastazione dei nostri territori.
Nonostante l’arresto di Cerroni & Co la gestione criminale del ciclo dei rifiuti non si ferma. E noi neanche.
E’ ORA DI CAMBIARE ARIA
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