Difendere il lago di Massaciucoli

Thu, 04/12/2014 - 16:22
di
Blocco anticapitalista versiliese

Situato tra i comuni di Massarosa, Viareggio e Vecchiano si trova il lago di Massaciuccoli noto anche come lago Puccini dall'omonimo compositore che vi abitò sulle rive. Il lago, circa 7 chilometri quadrati di superficie, è un residuo di una più considerevole espansione lacustre e paludosa che, prima dei lavori di bonifica, occupava parte consistente dell'adiacente pianura litoranea ed ancora visibile osservando i numerosi fossi e canali contigui. Fino ad un recentissimo passato il lago era una tappa importante per tutti gli uccelli migratori in rotta verso i paesi caldi. Sul versante del comune di Massarosa vi è infatti un oasi LIPU.

Purtroppo le condizioni di salute del lago stanno creando non pochi problemi alla fauna sia quella stanziale sia a quella migratoria. Il lago è pieno di microcistina e di altre sostanze tossiche come solfati e nitrati ma è tutta la falda acquifera della Versilia ad essere altamente inquinata. In analisi su diversi pozzi sono state trovate alte quantità di bromuro, mercurio, cromo e tallio. L’alto tasso di tumori nel nostro territorio troverebbe, quindi, una ovvia spiegazione in queste sostanze presenti nelle acque.
Da alcuni mesi la Rete Ambientale Versiliese, assieme ad altri soggetti, ha promosso una serie di incontri per provare a comprendere lo stato di salute del lago e di tutta l'area che è inserita in un parco naturale.

In alcune di queste riunioni promosse, presso il cantiere sociale, s'è cercato di fare luce su quali siano le proposte più funzionali per risanare il lago in alternativa all’inutile progetto della regione Toscana che prevede invece la costruzione del cosiddetto “tubone”.
Oltre a noi, ad esponenti di varie realtà ecologiste erano presenti alcuni geologi e biologi. Tutti hanno sottolineato lo sperpero di denaro pubblico, circa 20 milioni di euro, in un’opera che rischia di essere inutile il già citato“tubone”. Questo prenderebbe acqua dal vicino Serchio che è in piena o in secca quando lo è anche il lago e che ha una composizione chimica delle acque molto simile.
Le riunioni che si sono susseguite hanno dato vita a discussioni interessanti e vivaci che hanno visto maturare la proposta di un'assemblea pubblica che spieghi alla cittadinanza le condizioni del lago, l'inutilità dei progetti della regione e le proposte alternative.

Non si tratta di promuovere la solita conferenza. Già nel novembre del 2002 fu promosso un convegno dal titolo:“E’ ancora acqua?”dove veniva denunciato come il lago fosse in pericolo per la salinità e per le numerose sostanze inquinanti. Si tratta, invece, di pensare ad un momento per coinvolgere la cittadinanza e far partire un percorso di lotta collettivo per difendere il lago.
Tra le varie proposte è emersa quella di convertire al “biologico” l’agricoltura locale, oltre ad essere un vanto capace di attrarre turisti, è una necessità causata del territorio. Abbiamo, infatti, una falda freatica superficiale situata da pochi centimetri a pochi metri sotto il piano di campagna, con terreni fortemente filtranti formatisi su antichi arenili. Per questo, le centinaia di principi attivi utilizzati in agricoltura come concimi, diserbanti e pesticidi, filtrano immediatamente nella falda superficiale. Ambiente e salute ne risentono direttamente. Per questo servirebbe una legge che vieti i fertilizzanti chimici almeno in una fascia di mille metri dai grandi fiumi e loro affluenti, nonché in terreni particolarmente permeabili. Servirebbe, inoltre, un piano di “riallagamento” del lago e un potenziamento dei depuratori e della rete fognaria.

Sono nati alcuni gruppi di studio che cercheranno di approfondire nel dettaglio quali siano le soluzioni migliori per non far morire il lago e le illustreranno all'incontro pubblico con i cittadini.