Dalle strade di Parigi, contro questa Cop21

Sat, 12/12/2015 - 11:59
di
Marco Palvarini

La prima cronaca - venerdì 11 dicembre - dalle mobilitazioni contro Cop21 a Parigi

11 dicembre Parigi ore 13:00. ZAC (Zone d'Action pour le Climat), il quartier generale per l'organizzazione del D12 (12 dicembre) di cui fa parte 350.org e Climate Justice Action (CJA) un network dalle variegate componenti: dall'altermondialismo all'internazionalismo militante all'ecosocialismo.
Più di duemila persone presenti per l'ultima assemblea prima della giornata di azioni. Facce giovani e meno giovani, da svariati paesi principalmente europei, e forse questo é il più grande limite che candidamente ammettiamo.

Ma i numeri parlano chiaro, anche se molti di essi vengono dall'associazionismo, evidentemente l'interesse per le questioni climatiche e la pratica del controvertice é espressa chiaramente nelle parole e nelle pratiche di questa assemblea.
Si é parlato di stato di emergenza, di eccezione permanente, in una città dove per tre mesi sono vietate tutte le manifestazioni, dove il termine manifestazione indica due o più persone che comunicano un messaggio di qualsiasi tipo (recentissimi gli arresti di dieci compagn@ per aver presenziato ad un presidio con dei cartelli).
In contemporanea all'assemblea alla ZAC di oggi la rete Anti-Cop21 ha organizzato un presidio di protesta davanti al Conseil d'État , per ricordare che la strumentalizzazione del terrorismo per la repressione dei movimenti sociali é affare di tutt@ e che il controvertice non si fermerà.

Sabato 12 dicembre, si terrà l'Operation Red Line, un'azione di disobbedienza civile collettiva che marcherà di rosso le strade di Parigi, in ricordo delle vittime dell'emergenza climatica, le\i migranti morti nel mediterraneo, evidenziando la scia rossa di sangue che il capitalismo lascia alle sue spalle.

Nonostante i limiti di determinate realtà dell'associazionismo pensiamo altresì che la pratica di canalizzazione delle energie verso un obiettivo comune sia da sostenere e supportare; avendo presente che l'obiettivo che ci prefiggiamo corre lungo i binari dell'intersezionalitá di lotta, nella forza dei movimenti sociali che relazionano le lotte ambientali con la lotta di classe, l'autorganizzazione precaria e studentesca, i movimenti lgbitq e femministi.

System change, not climate change!
Cambiare il sistema, no al cambiamento climatico!