Via Campesina: l’agro-ecologia sbarca alla FAO

Tue, 07/10/2014 - 17:01
di
La Via Campesina

Il 18 e 19 settembre 2014, si è svolto il Simposio Internazionale sull’ Agro-ecologia per la sicurezza alimentare e nutrizionale presso la sede della Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite a Roma. Questo evento senza precedenti è stato anche la prima volta che la FAO ha toccato ufficialmente ed in maniera diretta il tema dell’ agro-ecologia.

Nel suo intervento di chiusura, José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO, ha dichiarato: "Oggi si apre una finestra su quella che per 50 anni è stata la cattedrale della Rivoluzione Verde. "La delegazione della Via Campesina, che ha partecipato al Simposio, saluta con favore questa nuova apertura, ma ha espresso cautela di fronte ai tentativi di cooptazione da parte della FAO dell’agro-ecologia.

Secondo Via Campesina, la scienza, le pratiche ed il movimento dell’agro ecologia sono il prodotto di secoli di accumulazione di conoscenze contadine ed indigene, che riguardano il modo in cui il cibo veniva prodotto per l'umanità, prima dell'invenzione dei pesticidi; queste conoscenze ora sono sistematizzate attraverso un 'dialogo tra i diversi saperi' come la scienza occidentale dell’ecologia, l’agronomia, la sociologia rurale, ecc. L’agro-ecologia è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni, tra i movimenti sociali rurali, tra i consumatori, gli ambientalisti ed altri, in particolare per la forte critica che porta con sè, e l’alternativa che rappresenta, verso le problematiche della cosiddetta 'rivoluzione verde' e dell'agricoltura industrializzata. Per questo l’ Agro-ecologia contadina è una pietra miliare nella costruzione della sovranità alimentare.

Le istituzioni ed i governi, che per lo più servono gli interessi del capitale agricolo nazionale ed internazionale, si sono opposti all’agro-ecologia in modo tale che parlare delle alternative proposte finora è stato un tabù in istituzioni come la FAO. In qualche modo però ultimamente si è innescato un processo di cambiamento, anche se solamente parziale.

Il degrado della terra, e delle altre risorse produttive, il cambiamento climatico, hanno messo in dubbio il futuro dell'agricoltura industriale. Il numero di dati e studi scientifici a sostegno dell’agro-ecologia come approccio superiore in termini di produttività e sostenibilità sta crescendo. Tutto ciò ha permesso l’apertura istituzionale verso l’agro-ecologia.

In realtà però la potremmo definire un'apertura 'qualificata'. Mentre i movimenti sociali come La Via Campesina, vedono nell’agro-ecologia un’alternativa all'agricoltura industriale, ed evidenziano la sua potenzialità di trasformazione delle realtà rurali, l’apertura istituzionale attuale è piuttosto una agro-ecologia che si limita ad aggiungere nuovi strumenti nella cassetta dell'agricoltura industriale; cioè dei metodi per ridurre gli impatti negativi sulla produttività futura. Coloro che promuovono questo approccio, utilizzano termini come 'intensificazione sostenibile' o 'ecologica' o 'agricoltura intelligente per il clima'; i sostenitori di questo punto di vista inoltre affermano che l'agro-ecologia sia compatibile con grandi aree di monocoltura, con gli agrochimici e le sementi geneticamente modificate. Per La Via Campesina, questa non è agro-ecologia, ma un tentativo di cooptazione, che bisogna denunciare e a cui è necessario resistere.

Una folta delegazione de La Via Campesina di Mozambico, India, Haiti, Cuba, Brasile, Messico, Nicaragua e Italia ha partecipato alla conferenza presso la FAO, e tre delegati hanno avuto la possibilità di parlare. La delegazione era arrivata aspettandosi il peggio, pronti a dare battaglia contro la cooptazione. Alla fine però la maggior parte degli scienziati invitati hanno concordato con la visione dell’agro-ecologia di Via Campesina e con il suo approccio sociale, politico, economico e culturale e tecnico. Tutto questo ha lasciato in posizione di minoranza le tendenze più cooptatrici.

Questo ha permesso che la sintesi delle conclusioni del Simposio, presentata dai relatori nella seconda giornata, mettesse in risalto in modo chiaro i punti positivi, affermando che:

- l’agro ecologia è composta da una serie di principi, e non è una cassetta degli attrezzi o di strumenti tecnologici;
- l’Agro ecologia mette in discussione il modello agricolo attuale, e promuove una radicale trasformazione, in cui gli agricoltori sono il cuore di questo processo sociale;
- l’agro-ecologia si basa su un dialogo tra conoscenze, che dovrebbe continuare a collegare la scienza con la conoscenza, l'innovazione, e la pratica rurale.

Che le grandi sfide che si produrranno riguardano temi complessi ma urgenti quali:

- Le politiche pubbliche che promuovono la trasformazione agro-ecologica a livello locale, nazionale e regionale;
- l’articolazione tra produttori e consumatori cosciente e responsabile, con la necessità di una trasformazione radicale verso un sistema alimentare socialmente giusto;
- il sostegno ai movimenti sociali nei loro sforzi di promuovere l’agro ecologia a livello territoriale.

Il leader dei contadini di Haiti e membro del Comitato Internazionale di Coordinamento (ICC) della Via Campesina, Chavannes Jean-Baptiste, ha detto, "Questo simposio è un passo in direzione positiva della FAO," ma ha ricordato il conflitto che si sta verificando , "tra il bene e il male", per la definizione ed il futuro dell’agro-ecologia. Tenuto conto di questa disputa, ha sottolineato la necessità di parlare di "agro-ecologica come agricoltura contadina" perché "agro-ecologia è uno stile di vita, non solo un modo di produzione."

Il dirigente Rilma Roman, dell'Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori di Cuba (ANAP), un membro della CCI della Via, ha sottolineato la centralità del "sapere e delle pratiche contadine come la vera base dell’agro-ecologia." Ha insistito sul fatto che in paesi come Cuba, "l’agro-ecologia non è teorica, ma è una realtà ormai." Andrea Ferrante, leader della Associazione Italiana Agricoltori Biologici (AIAB) ha sottolineato che "l'agro-ecologia è una realtà anche in Europa", anche se, ha detto, "questo fatto è stato poco riconosciuto in questo Simposio."

Marciano da Silva, del Movimento dei piccoli agricoltori in Brasile (MPA), ha sottolineato l'importanza di essere vigili contro i tentativi di cooptazione dell’agro-ecologia da parte dell’agrobusiness e delle istituzioni. Ha detto che la FAO, ed alcuni ministri dell'Agricoltura che erano presenti al Simposio, hanno preso un impegno pubblico con l’agro-ecologia, ma ora "tocca a noi farlo rispettare."

Renaldo Chingore João, dell’Uniòn Nacional de campesinos del Mozambico (UNAC), ha sottolineato l'importanza del nuovo riconoscimento tacito da parte della FAO, e che "la Rivoluzione verde è in declino," e dovrebbero riportare "questo messaggio ai nostri governi africani."

Per concludere Nandini Kardahalli Singarigowda, produttrice agro ecologica di successo, dell’Associazione Contadina dello Stato del Karnataka in India (KRRS), ha detto, "noi, le donne contadine del KRRS in India, stiamo promuovendo con successo l’agro-ecologia", e ha chiesto, poi "Perché non lo può fare la FAO?" Infine, Peter Rosset, del team tecnico della Via Campesina, ha commentato che "l'agroecologia è soprattutto un processo sociale e organizzativo." "Per portare avanti un’agro-ecologia su scala territoriale", ha detto, "le organizzazioni contadine ed i movimenti sociali rurali sono tenuti a costruire processi di apprendimento orizzontale, con un forte protagonismo contadino."

In conclusione, Chavannes Jean Baptiste de La Via Campesina di Haiti ha detto, "l’agricoltura veramente intelligente è l’agro-ecologia, è la strada sicura per risolvere i problemi dell’alimentazione e della crisi climatica del pianeta".